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30/07/2010 - Atm. I contrattisti scrivono a Buzzanca: « Temiamo che il rinnovo del contratto di soli 30 giorni preluda alla riduzione dell’organico dell’azienda »
contrattisti dell’Atm aderenti alla Cgil hanno deciso di scrivere al primo cittadino Giuseppe Buzzanca per avere delucidazioni su quel che sarà del loro futuro.
In una lettera firmata dal segretario della Filt Cgil, Pino Foti, ed indirizzata anche al presidente del Consiglio comunale, Pippo Previti, i lavoratori contestano la scelta dell’amministrazione comunale di far rinnovare il contratto in scadenza di soli 30 giorni, in luogo dei 12 mesi concessi dalla legge.
Ecco il testo integrale del documento:
«Come Lei saprà la difficile vertenza per la stabilizzazione dei precari siciliani utilizzati negli enti e nelle pubbliche amministrazioni ha segnato in questi giorni, nonostante la ferma opposizione del Governo Nazionale, positivi anche se non esaustivi risultati. Infatti mentre la Regione Siciliana ha potuto procedere a stabilizzare i 4.500 articolisti alle proprie dirette dipendenze, per tutti gli altri
lavoratori impegnati nelle amministrazioni locali è stata almeno confermata, attraverso uno specifico emendamento alla Finanziaria dello Stato, la proroga del contratto per un altro anno.
Come Lei saprà la contesa tra il Governo nazionale e quello regionale ha riguardato non tanto la proroga dei contratti di lavoro, che continueranno ad essere pagati in parte con le stesse modalità e per la stessa quota degli anni precedenti attingendo al fondo unico per il precariato, istituito con l'articolo 71 della legge regionale 28 dicembre 2004, n. 17, ma la stabilizzazione di questo personale, ostacolata alla fine soltanto dai rispetto dei vincoli finanziari previsti e in particolare quelli del patto di stabilità.
Tutto ciò avrebbe dovuto logicamente comportare quantomeno il naturale rinnovo dei contratti di lavoro in scadenza per i contrattisti dell’ATM, invece questa amministrazione comunale ha roboantemente annunciato che la sua partecipata, in qualità di ente utilizzatore, si limiterà ad un rinnovo di soli 30 giorni per verificare la disponibilità alla copertura economica della quota a carico della Regione Siciliana.
Come Lei saprà il fondo unico per il precariato non ha subito alcuna decurtazione e la Finanziaria Regionale ha anzi stanziato oltre 314 milioni, tanto che l’assessorato ha proceduto, secondo la usuale formula che recita che al finanziamento si provveda secondo l’ordine cronologico di presentazione delle istanze previo assenso delle Ragioneria Generale della Regione sulla compatibilità finanziaria in relazione alle risorse disponibili, ad avvertire gli enti utilizzatori per inoltrare le domande.
Ma se i contratti possono quindi essere rinnovati, anche se solo per un anno, e l’ATM, secondo queste previsioni, potrà ricevere nella stessa misura dell’anno precedente il parziale rimborso dal Fondo per il precariato, la limitazione per un solo mese imposta all’ATM dall’amministrazione comunale è quanto meno incomprensibile.
Infatti anche tralasciando il fatto che non si sarebbe dovuto attendere l’ultimo momento della scadenza, il semplice rinnovo di un mese non consente al Comune di Messina di verificare se ci sono o meno le risorse disponibili alla regione, senza contare che tale rinnovo impegna il fondo per soli 30 giorni, presuppone una nuova domanda, cronologicamente successiva e quindi in coda alle altre, e soprattutto lascia i lavoratori in un ingiustificato stato di apprensione e ricatto.
Non vorremmo che dietro questo inspiegabile atteggiamento si celi solo l’intenzione, da parte dell’amministrazione comunale, di utilizzare ad arte questo insperato alibi per ridurre in un colpo solo l’organico dell’ATM, pensando addirittura che ciò da solo possa bastare a ripianare i conti ed a far recuperare il deficit di bilancio, e tutto ciò che non si è riusciti ad ottenere nelle numerose trasferte palermitane.
Se così fosse non solo si verrebbe meno all’impegno da Lei più volte ribadito di tutelare per intero l’organico dell’ATM, ma si aprirebbe la strada ad una pericolosa ed inaccettabile prassi che divide i lavoratori ed individua in coloro che costano di più, fosse anche per un semplice aumento dovuto ad un rinnovo contrattuale, quelli da espellere.
Vista l’inconsistenza dei presupposti, La invitiamo pertanto, anche per dissipare i dubbi sollevati, a restituire serenità ai contrattisti ATM ed alle loro famiglie, rimuovendo il blocco dei 30 giorni e dando mandato all’azienda di procedere al rinnovo del contratto per un altro anno, così come reso praticabile dalla normativa vigente».
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