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01/10/2010 - Gli ex Pip e la furia del Presidente
La notizia dell’ultima ora sulla vicenda degli “ex Pip” a Palermo, è che Lombardo, infuriato ed innervosito dalle ultime polemiche a detta dei più stretti collaboratori, ha accettato le dimissioni, tutt’altro che volontarie, del presidente della associazione “Social Trinacria”, Mario Viola, preposto alla gestione delle procedure di stabilizzazione degli oltre temila precari, sostituendolo con un nome di sicuro affidamento, quel Gioacchino Lavanco, già docente di psicologia delle comunità all’Università di Palermo e nome storico dell’associazionismo palermitano.
Giova però ricordare come sulla vicenda degli “ex Pip”, che sta sconvolgendo il mondo del lavoro palermitano, ma anche quel sottobosco che, tradizionalmente, prolifera attorno ad esso, si sono spesi fino ad oggi fiumi di parole alla ricerca di responsabilità e colpe, dimenticando che dietro questa vicenda di cattiva amministrazione ci sono migliaia di famiglie che attendono risposte e , soprattutto un lavoro che gli consenta di vivere con dignità.
Nessuna decisone però può sollevare la politica dalle sue responsabilità, dalla triste abitudine dei nostri deputati regionali di votare finanziarie improponibili, salvo poi ergersi a paladini dell’ipocrisia e contestarne gli effetti, alla incapacità di molti di sfuggire a quelle logiche clientelari che hanno devastato la Sicilia.
La vicenda degli ex Pip non sarebbe mai potuta accadere se, accanto a politici distratti e spesso compiacenti, non vi fossero stati funzionari ed amministratori colpevolmente conniventi con logiche deteriori che continuano ad utilizzare il bisogno per finalità poco nobili.
Per queste ragioni, oggi, il Presidente Lombardo dopo il cambio del management dell’associazione, ha un solo dovere: quello di intervenire con immediatezza e durezza, rimuovendo tutti coloro che hanno sbagliato e delegittimando tutta quella parte della politica che attorno a questa vicenda pensava di lucrare consenso.
Lo deve fare per dimostrare di non essere connivente, per dare un segnale inequivocabile di cambiamento vero, per alimentare la fiducia dei lavoratori che devono sapere, anche a Palermo, come non ci sia bisogno di pagare con voti o denaro per vedere riconosciuti i propri diritti.
Guai però a presentare il conto solo alle terze o quarte file, evitando di colpire chi le distonie le ha create e gestite, perché, altrimenti, si rischia i perdere credibilità e di non poter più governare un malcontento che monta ogni giorno di più tra i precari.
Bene ha fatto dunque Lombardo a dare questo primo, inequivocabile segnale, ma dovrà, in questa vicenda, andare fino in fondo, relazionando in aula, se necessario, sbugiardando chi oggi fa il falso moralista, ma anche esercitando fino in fondo le prerogative che la legge gli dà.
Categorie: Lavoro, Politica
http://palermo.blogsicilia.it/gli-ex-pip-e-la-furia-del-presidente/6620/
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