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01/10/2010 - A disoccupati e precari pari diritto

Fare ricorso al Tribunale amministrativo regionale entro il 20 ottobre. è questa la strada giusta per chi vuole giustizia rispetto ai propri diritti lesi dalla circolare per la stabilizzazione dei precari regionali. Si aggiunge un’altra carta da giocare per i disoccupati siciliani interessati a lavorare alla Regione, ma esclusi dalla procedura di stabilizzazione perchè non hanno avuto il privilegio di lavorare nella Pa regionale. Ci sono diverse sentenze della Corte costituzionale (nn 141/99, 24/06, 205/06, 293/09), ma anche del Consiglio di Stato (la più recente la n. 4495/2010) che, insieme a un parere del Consiglio di giustizia amministrativa e alla stessa relazione della Corte dei Conti sul Giudizio di parifica 2009, alimentano il giudizio di assoluta contrarietà della procedura agli articoli 1, 3, 4, 51 e 97 della Costituzione. Mentre l’assessore alla Funzione pubblica Caterina Chinnici ha fissato per lunedi 4 ottobre l’avvio delle procedure di idoneità per i dipendenti precari ammessi al percorso di stabilizzazione, avviato con la circolare pubblicata il 20 agosto sulla Gurs, riceviamo all’indirizzo lavoro@quotidianodisicilia.it moltissime domande di legittimi aspiranti a quel lavoro nelle categorie A e B dell’amministrazione regionale. Ripubblichiamo nella pagina accanto il facsimile di domanda, che abbiamo pubblicato già sabato 25 settembre, per tutti gli interessati che volessero presentare la domanda alla Regione. Questo in base alla sentenza del Consiglio di Stato, che, ribadiamo ancora una volta, dice: “Una deroga alla regola costituzionale del concorso pubblico di cui all’art. 97, può essere considerata legittima nei limiti in cui la valorizzazione della pregressa esperienza professionale, acquisita dagli interessati tramite forme contrattuali non a tempo indeterminato, non si traduca in norme di privilegio in danno di altri aspiranti, con eccessiva violazione del carattere pubblico del concorso” (sentenza n. 4495 del 12 luglio 2010). Gli altri aspiranti ci sono, eccome! Basti pensare che in Sicilia vi sono 236 mila persone in cerca di lavoro, di cui 96 mila non hanno mai avuto l’opportunità di lavorare. Tra le lettere che sono pervenute in redazione, c’è chi ha scritto: “Gentile direttore, Lei ha messo in luce egregiamente l’esigenza del rispetto del dettato costituzionale in materia di assunzione nella P.A. regionale invitando tutti i siciliani, in quanto legittimi aspiranti ad un posto di lavoro, a presentare domanda onde potere fare valere il proprio sacrosanto diritto di potere accedere, in condizioni paritarie, ai pubblici Uffici” (lettera firmata: Padri di tanti giovani disoccupati). Ma c’è da fare di più: il ricorso al Tribunale amministrativo regionale da parte di tutti gli interessati a fare valere i propri diritti. È vero: la Giunta regionale ha deliberato il 29 luglio 2010 la c.d. stabilizzazione del personale con contratto a tempo determinato della Regione Siciliana appartenente alle categorie A e B del comparto non dirigenziale ai sensi e per gli effetti dell’art. 17, comma 12, D.L. 1 luglio 2009, n. 78, convertito con legge 3 agosto 2009, n. 102. Così facendo, però, la Giunta ha ignorato il procuratore regionale della Corte dei Conti, che in sede di giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Siciliana per l’anno finanziario 2009, ha detto: “La stabilizzazione pura e semplice toglierebbe definitivamente a tutte le centinaia di migliaia di giovani disoccupati anche la speranza, almeno per i prossimi trenta anni, di un futuro nella Pubblica Amministrazione siciliana. Al fine di conciliare le comprensibili aspettative degli attuali precari con le esigenze di sbocco occupazionale dei disoccupati, se assunzioni dovranno essere effettuate sarebbe indispensabile prevedere concorsi aperti a tutti, con apposite quote di riserva a favore dei precari”. Come ci ricorda il segretario regionale dell’Ugl Sicilia, intervistato in questa stessa pagina, non ci sono solo i 5 mila precari della Regione, ma anche i 22.500 degli Enti locali, gli oltre 27.000 del settore forestale, gli oltre 5.000 del settore scuola, gli oltre 9.000 del settore formazione professionale. Ma la Regione non può permettersi di continuare a stabilizzare tutti. Darebbe delle false speranze, non sarebbe realizzabile. A causa del Patto di stabilità e della manovra nazionale rivolta all’attuazione del federalismo, già nella predisposizione del bilancio preventivo 2011 la Regione siciliana deve tenere conto di avere a disposizione 200 milioni di euro in meno di entrate. Tutto questo stona con la mancata attivazione dei fondi europei (fino a mille milioni di euro!) per i cosiddetti aiuti al lavoro, previsti da una legge 9 del 6 agosto 2009. Risorse importanti per dare lavoro ai disoccupati e linfa alle imprese perchè sotto forma di sgravi contributivi. Ma tutto è fermo e il passaggio da una giunta all’altra non fa che aggravare la situazione. Questo però riguarda come le imprese non sono aiutate dalla Regione. Per oggi ci occupiamo di chi vuole lavorare alla Regione. Articolo pubblicato il 01 ottobre 2010 Quotidiano di Sicilia


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