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18/11/2010 - Siracusa Precari Lsu, vicina la stabilizzazione Entro il 31 dicembre i contratti
Siracusa – Tutte le amministrazioni pubbliche che hanno nei loro organici ancora dei lavoratori precari provenienti dal bacino lavoratori socialmente utili dovranno entro il 31 dicembre, avanzare processi di stabilizzazione attraverso la trasformazione dei rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. “Questa è senza dubbio una buona notizia – commenta il segretario provinciale della Cgil Enrico Tamburella – dopo tanti anni di precariato finalmente si da la possibilità di avere un lavoro più stabile e duraturo”.
Provincia, Comune e gran parte degli enti locali provinciali si stanno infatti attrezzando per predisporre gli atti di stabilizzazione dei precari. Ma il rischio della tagliola del decreto Brunetta sul pubblico impiego che ha già anticipato i suoi nefasti effetti sul comparto scuola, obbliga alla fretta.
“Una situazione che definire drammatica è un eufemismo – continua Tamburella che poi evidenzia come la stabilizzazione degli organici a Siracusa presenti un che di peculiare – Per i precari degli enti locali della nostra provincia, si sta verificando uno fenomeno strano. Mentre il Comune di Siracusa e l'Amministrazione Provinciale stanno stabilizzando tutti i precari ai livelli più bassi come esecutivi, attuando un vero e proprio processo di demansionamento, altre amministrazioni comunali hanno deciso di stabilizzare tenendo conto del possesso del titolo di studio di provenienza, non si sa sulla base di quali norme, visto che Brunetta ha bloccato l'applicazione delle norme che prevedevano le assunzioni attraverso una semplice procedura di selezione interna, in base al titolo di studio posseduto al momento dell'assunzione da precario. Come se nell'ambito dei precari si potessero fare tali discriminazioni.
Ci sono precari - continua il segretario provinciale della Cgil – che hanno acquisito tali professionalità durante i vent’anni di precariato che se declassati, potrebbero mettere in ginocchio i servizi dove attualmente svolgono le loro prestazioni. Bisogna evitare allora uno scadimento complessivo dei servizi comunali importanti, dividere non è mai cosa buona e giusta, ma qualcuno tenta di utilizzare le divisioni per imporre le proprie scelte e i propri interessi. Forse non ci si rende conto che è tempo di pensare di più al futuro del Paese e meno al proprio”.
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