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22/12/2010 - Il percorso per la stabilizzazione dei precari è iniziato e andrà in porto

Partiamo da un presupposto: deliberatamente o meno, non è stato colto il punto che noi riteniamo fondamentale e cioè che per noi questa stabilizzazione è un fatto moralmente e finanziariamente irrinunciabile e andremo avanti fino al raggiungimento dell’obiettivo. Stiano certi quanti intendano giocare, speculare o mettersi di traverso. Si tratta di 22.500 persone e delle loro famiglie, precari da 18 o 20 anni, che non possono essere licenziate e che non possono continuare a vivere con l’incubo e l’incertezza di una proroga che arriva o meno. L’anno scorso rischiammo di non poter approvare l’ennesima proroga e i “quattro paladini di Francia”, i parlamentari nominati dai padroni e messi là per eseguire gli ordini e non per difendere gli interessi dei propri cittadini, si sono messi di traverso. Più avanti si va e più difficile sarà ottenere le proroghe. Possiamo consentire che 22.500 persone che hanno quei titoli di cui gli enti locali non possono fare a meno, che non costano un euro in più, la cui stabilizzazione ci sottrae al rischio di pagarla cara, che questa gente continui così per altri cinque o dieci anni? Sarebbe stato immorale, indecente e ingiusto. Il commissario dello Stato ha impugnato alcuni punti, gli altri domani saranno promulgati: la stabilizzazione si può fare, il finanziamento che dà la Regione non viene conteggiato ai fini del calcolo per cui la spesa del personale non può superare il 40%. Alcune categorie di precari devono fare i concorsi? Bene. In questi concorsi c’è una riserva del 40% per i dipendenti, l’altro 60% si individua per titoli e per esami. Si può nell’individuare i titoli non tenere in conto l’esperienza portata avanti da anni? Impossibile. Il percorso della stabilizzazione è partito grazie alla determinazione del governo e andrà in porto. Ricorreremo davanti alla Corte Costituzionale contro questa bocciatura, è nostro diritto e lo faremo.


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