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28/11/2008 - Piano anticrisi, Meloni: Governo dalla parte dei precari
- “Nel momento in cui la crisi economica fa sentire il suo peso e la disoccupazione aumenta in Europa, considero di particolare importanza la scelta del governo di non abbandonare il mondo del precariato ma di potenziare ed estendere gli strumenti di tutela del reddito in caso di sospensione o perdita del lavoro”. Lo ha detto il ministro della Gioventù Giorgia Meloni. “Con il provvedimento varato oggi – spiega la Meloni - vengono estese le misure a sostegno del reddito e in particolare l’indennità di disoccupazione a una serie più ampia di categorie di lavoratori rispetto al passato. Per la prima volta i contratti atipici vengono ammessi all’assegno di disoccupazione. Saranno inclusi i contratti a termine, gli interinali e - nei limiti della loro natura di lavoratori indipendenti – anche i contrattisti a progetto. Una buona notizia che riguarda da vicino i giovani dal momento che la disoccupazione sarà estesa anche agli apprendisti che perdono il lavoro”.
“Il governo – continua la Meloni – dimostra particolare sensibilità dei confronti dei meno garantiti, stanziando un fondo a favore dei co.co.co (collaboratori coordinati e continuativi) che, in via sperimentale per il triennio 2009-2011, avranno diritto ad un assegno in caso di perdita del lavoro. Attenzione anche alle esigenze delle giovani famiglie – spiega la Meloni – è dimostrata dalla scelta del governo di aiutare a sostenere il caro mutui per la prima casa, bloccando il tasso d’interesse dei mutui variabili al 4% e assumendosi l’onore di pagare l’eventuale differenza . Quest’ultima norma si somma agli stanziamenti per il piano casa e al fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa a favore delle giovani coppie voluto dal ministero della Gioventù e delinea una strategia precisa del governo in sostegno di uno dei problemi più sentiti dagli italiani. Inoltre – continua la Meloni - per arginare la fuga dei cervelli all’estero e offrire ai giovani italiani la possibilità di lavorare in patria, il governo ha stabilito, da una parte, un nuovo regime fiscale per chi rientra in Italia (i ricercatori pagheranno tasse solo sul 10 per cento dei guadagni e non saranno sottoposti a Irap), dall’altra, l’estensione del credito d’imposta alla ricerche fatte in Italia su incarico di committente estero”.
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