Siamo così arrivati ai giorni nostri. Al già citato sindaco Cammarata che eredita, ‘coccola’ e incrementa il bacino del precariato della città. Scaricando il peso di questo fardello sui bilanci delle ex Municipalizzate trasformate in spa.
Giunti a questo punto sarebbe da criminali prospettare il problema senza indicare possibili soluzioni. Dicendo subito che la soluzione adottata dal 2008 ad oggi dal governo Berlusconi e dalla giunta Cammarata è del tutto sbagliata.
L’esecutivo nazionale e l’attuale amministrazione comunale non possono pensare di affrontare il problema del precariato dilapidando ogni anno decine e decine di milioni di euro.
Quelle adottate fino ad oggi sono solo ‘palliativi’. Perché, senza un progetto, la questione si riproporrà tale e quale. E allora? Per affrontare il problema – che è economico e sociale insieme – serve una soluzione condivisa dal governo nazionale, dal governo regionale e dai Comuni. Perché il problema non riguarda solo il Comune di Palermo – che comunque in materia di precariato ha esagerato – ma tanti Comuni dell’Isola.
La soluzione va cercata e trovata partendo dal presupposto che, oggi, i precari non possono essere abbandonati. Ormai ci sono – uomini e donne che in molti casi non sono più giovanissimi – e bisogna trovare il modo di dare loro una prospettiva di vita, possibilmente dignitosa.
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