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07/02/2011 - Giurano al Comune di Canicattini gli ex precari assunti a tempo indeterminato
Canicattini - Hanno prestato giuramento questa mattina davanti al sindaco Paolo Amenta e al segretario e direttore generale del Comune, Giuseppe Italia, che hanno controfirmato i contratti, i primi dieci dei 23 precari dell’Ente che lo scorso 11 novembre sono stati inseriti nella graduatoria di stabilizzazione, per cui è scattato il provvedimento di assunzione a tempo indeterminato, a seguito della nuova legge regionale che prevede i primi cinque anni a carico della Regione e dopo a carico dell’Ente che li stabilizza.
Dopo oltre 20 anni di precariato, dunque, questi lavoratori inseriti nei vari settori del Comune attraverso l’ex legge 85/95, finalmente, sono stati inseriti a pieno titolo nella pianta organica del Comune di Canicattini bagni nella categoria giudica “A”.
Assistiti dai dirigenti del Primo Settore, Adriana Greco, e del Settore Finanziario, Emanuela Amato, a prestare giuramento sono stati: Anna Muscio, Salvatrice Gallo, Giuseppa Racioppo, Rosalia Randazzo, Lucia Bordonaro, Maria Carmela Gulino, Anna Reale, Concetta Giompaolo, Salvatore Adorno, Giovanni Morana.
«Sono più che soddisfatto per questo provvedimento – ha detto il sindaco Paolo Amenta – perché finalmente rende giustizia a questi lavoratori che da anni hanno subito e sofferto una dimensione di precariato che auguro passi nel dimenticatoio in questo nostro Paese. Spero che i Comuni e gli Enti pubblici in generale, siano messi nelle condizioni, soprattutto finanziarie, per stabilizzare e dare una garanzia di futuro lavorativo e previdenziale a tutti gli altri lavoratori precari, che da noi sono una trentina. D’altra parte, la professionalità e le conoscenze acquisite in tutti questi anni da questi lavoratori all’interno degli Enti sono ormai indispensabili per il funzionamento stesso dei servizi e degli uffici, quindi, voglio sperare in nuovi provvedimenti che pongano fine a questa lunga e triste situazione che in Sicilia ha coinvolto e coinvolge ancora tanti lavoratori».
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