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04/12/2008 - PRECARI DEL COMUNE, I DUBBI DI CAPONE E DEI DIRIGENTI SULLA STABILIZZAZIONE

Il caso dei precari al Comune si complica. Quando sembravano giunti i tempi della stabilizzazione, arrivano i primi dubbi. A far riflettere sono le casse vuote di palazzo Zanca, che non può permettersi ''nuovi acquisti'', ma anche il decreto Brunetta, ancora non legge, che fissa un limite alla stabilizzazione. L’VIII commissione consiliare di Palazzo Zanca ha approvato all'unanimità la proposta di delibera, presentata da 34 consiglieri comunali, relativa alla stabilizzazione dei precari del Comune. Al tempo stesso sono state avanzate perplessità da parte del dirigente al Personale, Natale Alibrandi, e del ragioniere generale, Ferdinando Coglitore. Il primo ha chiarito che la rimodulazione della pianta organica, propedeutica alla stabilizzazione, non si potrà fare perché non sono ancora state completate le procedure di progressione verticale già avviate. Il secondo, invece, ha lasciato intendere che in questa fase, in cui il Comune è sull’orlo del dissesto, parlare di assunzioni è piuttosto proibitivo. A questo punto l’assessore Capone ha chiarito anche che i contratti a tempo determinato attualmente in vigore scadono per 190 unità nel 2010 e per altri 110 unità nel 2012 e sono prorogabili per ulteriori 5 anni. A creare problemi potrebbe arrivare il Decreto Brunetta, non ancora convertito in legge, che prevede che può essere stabilizzata solo una percentuale del personale (pari al 40%), previa selezione. ''A quanto pare - scrivono i lavoratori - nessuno si è ricordato che i precari del Comune vengono da 20 anni di disperazione, di esasperazione e di precarietà. Se il buon Dio vorrà, quando arriveranno nel 2012, avranno una media d’età pari ai 55 anni; terranno il colpo per accollarsi una ulteriore proroga di anni 5?''.


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