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09/04/2011 - Il nostro tempo è adesso I precari vanno in corteo

ROMA - Attenzione: questa volta i «bamboccioni» fanno sul serio. Gli eterni giovani, senza diritti né certezze lavorative, scendono in piazza per lanciare alla politica un messaggio forte e chiaro: «Il nostro tempo è adesso. La vita non aspetta». È questo lo slogan – e il nome del comitato promotore – della manifestazione che sabato pomeriggio mobilita l'Italia intera. Quella dei precari, dei disoccupati, il popolo delle partite Iva, gli studenti, gli stagisti, i ricercatori, i free lance che sfilano per le strade di Roma e di un'altra trentina di città italiane (e non solo), per riprendersi il presente, ancor prima del futuro, ed il Paese, partendo dal lavoro. DISOCCUPAZIONE FUORI CONTROLLO - Sono «oltre 2 milione i Neet in Italia, ovvero i giovani che non studiano non lavorano e non si formano; sfiora il 30% la disoccupazione giovanile», sottolinea Salvo Barrano, archeologo free lance tra i 14 promotori della manifestazione. Tra loro anche Ilaria Lani, responsabile Politiche giovanili della Cgil: «Siamo in una condizione di stabile precarietà» che coinvolge già «due generazioni di lavoratori segnati da contratti a termine, senza diritti e con retribuzioni da fame. Servono risposte adesso». Lo «speech corner» a Porta Portese per i precari (Omniroma) Lo «speech corner» a Porta Portese per i precari (Omniroma) CAMUSSO A ROMA - A Roma è in programma l’evento principale con una street parade rumorosa e colorata in vero «Torretta Style». «Vogliamo essere ironici e dissacranti: siamo tutti giovani, studenti, precari, non precari e cittadini. L'unica cosa che non vogliamo sono le bandiere di partito» spiega Luca De Zolt, organizzatore dell’evento romano. Il corteo parte alle ore 15 da piazza della Repubblica e attraversa l’Esquilino per arrivare al Colosseo. «Abbiamo scelto un percorso nuovo – aggiunge De Zolt - che passa attraverso il quartiere Esquilino, perché tutta la città ci possa vedere e partecipare». Al Colosseo sarà allestito un palco per musica e interventi (previsto quello del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso che già con un videomessaggio è scesa in campo con i giovani). VIP E POLITICA– L'iniziativa è nata sul web, grazie al passaparola tra la «generazione precaria». Ha coinvolto anche personaggi famosi: Ascanio Celestini, Dario Vergassola, Dario Fo, Margherita Hack, Sabina Guzzanti, Subsonica e tutto il cast del film Boris che sfilerà a Roma. In piazza ci saranno anche i precari dell'Ispra (i primi a salire sul tetto per evitare il licenziamento), il comitato «Se non ora quando» (protagonista delle manifestazioni da un milione di persone del 13 febbraio scorso per rivendicare la dignità delle donne) ed il fronte dell'opposizione: Pd, Idv, Verdi, Pdci-Federazione della sinistra. BAGNASCO: PRECARI SENZA FUTURO- Al fianco dei giovani, senza se e senza ma, si schiera la Cei: «Il precariato lavorativo sia solo una fase transitoria», ammonisce il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, per aprire le porte ad un lavoro «a tempo indeterminato» e «dare anche la possibilità di un futuro, di un progetto di vita». Tra i partecipanti al corteo anche il cast di «Boris», nella foto Pietro Sermonti (Ansa) Tra i partecipanti al corteo anche il cast di «Boris», nella foto Pietro Sermonti (Ansa) «BERLUSCONI SI FACCIA DA PARTE» – I precari accusano il governo «che ha deciso di sacrificare una o più generazioni sull'altare degli interessi di qualcuno, della rendita e della speculazione». E chiedono al premier Silvio Berlusconi di «farsi da parte»: «Non ha affrontato la crisi – dicono - ci ha umiliati e trascinati in un baratro di povertà e disoccupazione». I precari, chiedono un Paese diverso che «permetta a tutti di studiare, di lavorare, di inventare» e che, quindi, «investa sulla ricerca e sulle giovani generazioni, invece di relegarle ai margini del sistema produttivo, mortificandone le competenze e cancellando ogni possibilità di realizzazione personale». MELONI: SERVE PIU' CORAGGIO - «Dite che è giunto il tempo per la nostra generazione di prendere spazi e alzare la voce. Per questo scendete in piazza il 9 aprile. Sono d'accordo» scrive Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, in una lettera aperta ai precari. «Ma dopo aver letto il vostro manifesto, ho qualche timore – aggiunge -. Non possiamo scendere in piazza per difendere non i nostri diritti, ma quelli della generazione precedente che ce li ha scippati. Proprio come pochi mesi fa quando gli studenti hanno manifestato in difesa dei privilegi dei baroni. È inutile rimpiangere un sistema che non ci possiamo più permettere, ma è possibile impegnarsi per costruirne un nuovo. La battaglia sarà dura. Io sono vostra disposizione per affrontare insieme il programma di un'agenda concreta» conclude Meloni. Carlotta De Leo 09 aprile 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA http://roma.corriere.it/roma/notizie/politica/11_aprile_9/corteo-precari-deleo-190404238841.shtml


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