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13/06/2011 - Regione, scatta l'assuzione per gli ultimi 6000 precari

PALERMO. Il miraggio del posto fisso, l’assessore al Lavoro Andrea Piraino, lo ha messo sul tavolo con un giro di parole: «Bisogna lavorare per la fuoriuscita dal precariato degli Lsu gestiti da enti locali, associazioni, parrocchie e cooperative». E così la Regione apre l’ultimo fronte nel mondo del precariato. Dopo la stabilizzazione dei 4.800 contrattisti nei suoi assessorati e la legge per il posto fisso ai 22.500 dei Comuni, è la volta dei circa seimila Lsu. È l’ultima categoria nella galassia del precariato, esclusa dalle leggi sulle stabilizzazioni. Personale che in alcuni casi è pagato per stare a casa senza lavorare: i cosiddetti 331 e 280 (dal nome delle leggi che li crearono negli anni Novanta) non sono stati più chiamati dagli enti a cui erano stati assegnati e la Regione garantisce loro un assegno, formalmente erogato dall’Inps, del valore di 530 euro al mese. In questa situazione sono quasi 500 persone. La maggioranza degli Lsu lavora invece presso enti pubblici (è il caso delle Asp) o cooperative che operano in convenzione con enti pubblici. E anche questi precari - come rivela Michele Pagliaro della Cgil - hanno una loro storia da raccontare: «Spesso al momento di ripresentare il progetto alla Regione - spiega il sindacalista - le cooperative chiedono una quota di iscrizione a questi lavoratori... È un ricatto a cui andrebbero sottratti». Più fortunati i colleghi Lsu degli enti locali che, come spiega il vicesindaco di Palermo Marianna Caronia (Pid), spesso ricevono una integrazione che fa lievitare di alcune centinaia di euro l’assegno iniziale di 530 euro. Venerdì pomeriggio l’assessore Piraino ha messo attorno a un tavolo i sindacati, il responsabile della Task Force Lavoro Totò Cianciolo e il dirigente dell’Agenzia per l’impiego Letizia Di Liberti. Piraino ha assegnato alla partecipata Lavoro Sicilia spa l’incarico di avviare una ricerca di mercato per individuare le possibili collocazioni degli Lsu. Entro un mese la società partecipata dovrà presentare un piano. Poi Piraino riconvocherà a i sindacati: «Bisogna rivalutare la dignità umana di questi lavoratori ed evitare disparità di trattamento con altri precari». La Cgil - con Pagliaro e Michele Palazzotto - ha chiesto che «per prima cosa questi Lsu usufruiscano degli stessi diritti degli altri lavoratori». Le differenze sono sostanziali. Per i 22.500 precari di Comuni e Province la Regione garantisce un sostegno economico alla stabilizzazione che per 5 anni corrisponde all’80% dello stipendio. Per questi Lsu è prevista una borsa-lavoro di appena 30 mila euro. In più, aggiunge la Cgil, bisogna sempre superare l’ostacolo del patto di stabilità che verrebbe sforato stabilizzando queste persone. Occorrerà ripassare dall’Ars, qualunque sia la soluzione individuata da Lavoro Sicilia spa. Intanto monta la polemica politica. Per Marianna Caronia «Piraino sta solo cercando di dare una mission a Lavoro Sicilia spa per rivitalizzarla. L’assessore al Lavoro sente aria di campagna elettorale ma l’unica soluzione è, come proposto da un mio ordine del giorno, rimuovere i vincoli che impediscono a questi precari di lavorare presso gli enti partecipati».


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