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07/02/2012 - L’identikit del precario oggi

Percepisce mediamente 836 euro al mese, solo il 15% ha una laurea, la Pubblica amministrazione è il suo principale datore di lavoro e nella maggioranza dei casi lavora nel Mezzogiorno (35,18% del totale). Secondo un’analisi realizzata dalla CGIA di Mestre è questo l’identikit del lavoratore precario italiano che include le seguenti tipologie di occupati: i dipendenti a temine involontari; i dipendenti part time involontari; i collaboratori che presentano contemporaneamente 3 vincoli di subordinazione: monocommittenza, utilizzo dei mezzi dell’azienda e imposizione dell’orario di lavoro; i liberi professionisti e lavoratori in proprio (le cosiddette Partite Iva) che presentano in contemporanea i 3 vincoli di subordinazione descritti nel punto precedente. In termini assoluti l’esercito dei precari è pari a 3.315.580 unità e la retribuzione netta mensile media tra i giovani con meno di 34 anni è di 836 euro. Questa retribuzione sale a 927 euro mensili per i maschi e scende a 759 euro per le donne. Dalla CGIA tengono a precisare che questi importi escludono altre mensilità (tredicesima, quattordicesima, etc.) e le voci accessorie percepite regolarmente tutti i mesi, come ad esempio i premi di produttività, le indennità per missioni, etc. Per quanto riguarda il titolo di studio, quasi uno su due (per l’esattezza il 46% del totale) ha un diploma di scuola media superiore, il 39% circa ha concluso il percorso scolastico con il conseguimento della licenza media e solo il 15,1% è in possesso di una laurea. “Su un totale di oltre 3.315.000 lavoratori senza un contratto di lavoro stabile – esordisce Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre - quasi 1.289.000, pari al 38,9% del totale, non ha proseguito gli studi dopo aver terminato la scuola dell’obbligo. Questi precari con basso titolo di studio sono in questa fase di crisi economica quelli più a rischio. Nella stragrande maggioranza dei casi svolgono mansioni molto pesanti da un punto di vista fisico e sono occupati soprattutto nel settore alberghiero, in quello della ristorazione e nell’agricoltura. Per questo ritengo che i percorsi formativi debbano essere posti al centro di un seria riflessione tra i politici e gli addetti ai lavori, affinchè vengano si individuino delle risposte in grado di avvicinare in maniera più costruttiva l’attività formativa e il mondo delle imprese.” Dove lavorano ? Come dicevamo più sopra, la più alta concentrazione di lavoratori precari italiani è nel Pubblico impiego. Infatti, nella scuola e nella sanità ne troviamo 514.814, nei servizi pubblici e in quelli sociali 477.299. Se includiamo anche i 119.000 circa che sono occupati direttamente nella Pubblica amministrazione (Stato, Regioni, Enti locali, etc.), il 34% del totale dei precari italiani è alle dipendenze del Pubblico (praticamente uno su tre). Gli altri settori che registrano una forte presenza di questi lavoratori atipici sono il commercio (436.842), i servizi alle imprese (414.672) e gli alberghi ed i ristoranti (337.379). A livello territoriale è il Sud che ne conta il numero maggiore. Se oltre 1.108.000 precari lavorano nel Mezzogiorno (pari al 35,18% del totale), le realtà più coinvolte, prendendo come riferimento l’incidenza percentuale di questi lavoratori sul totale degli occupati a livello regionale, sono la Calabria (21,2%), la Sardegna (20,4%), la Sicilia (19,9%) e la Puglia (19,8%). Retribuzioni medie (in euro) percepite dai lavoratori dipendenti precari* in Italia nel 2010 – lavoratori dai 15 ai 34 anni 15 – 34 anni Maschi Femmine Totale Precari 927 759 836 * Dati disponibili per i soli lavoratori dipendenti a tempo determinato involontari ed i lavoratori dipendenti part-time involontari. La retribuzione mensile media netta percepita esclude altre mensilità (tredicesima, quattordicesima, ecc.) e voci accessorie non percepite regolarmente tutti i mesi (premi di produttività annuali, arretrati, indennità per missioni, straordinari non abituali, ecc.) Elaborazioni CGIA Mestre su dati Istat (RCFL) Lavoratori precari per titolo di studio (2010) Titolo di studio Valoreassoluto In % sultotale Diploma media superiore 1.525.978 46,0% Nessun titolo, lic. elementare o lic. media 1.288.772 38,9% Laurea 464.728 14,0% Diploma post laurea 36.102 1,1% TOTALE 3.315.580 100,0% Elaborazione Ufficio Studi CGIA Mestre su dati ISTAT Lavoratori precari per settore (2010) Valoreassoluto Incidenza %sul totaleoccupati del settore Alberghi e ristoranti 337.379 28,3% Altri servizi pubblici e sociali 477.299 27,1% Agricoltura, caccia e pesca 232.245 26,1% Servizi alle imprese 414.672 16,9% Istruzione, sanità 514.814 16,2% Commercio 436.842 12,9% Trasporti e comunicazioni 133.522 10,8% Costruzioni 192.710 10,0% Manifattura 380.779 8,7% Pubblica amministrazione 118.978 8,4% Intermediazione monetaria 64.030 7,7% Energia 12.539 6,8% TOTALE 3.315.580 14,5% Elaborazione Ufficio Studi CGIA Mestre su dati ISTAT Lavoratori precari per macro area (2010) Valoreassoluto In % sultotale NordovestNordestCentro Sud 867.651619.098720.345 1.108.487 24,9218,1921,68 35,18 TOTALE 3.315.580 100,0 Elaborazione Ufficio Studi CGIA Mestre su dati ISTAT Lavoratori precari per regione (2010) Regione Valoreassoluto Incidenza %sul totaleoccupati regionale Calabria 121.498 21,2% Sardegna 121.082 20,4% Sicilia 286.011 19,9% Puglia 241.622 19,8% Umbria 60.115 16,4% Basilicata 28.742 15,5% Lazio 347.806 15,4% Toscana 224.949 14,5% Abruzzo 71.394 14,5% Liguria 91.661 14,4% Campania 223.329 14,1% Molise 14.809 13,7% Emilia 258.747 13,4% Marche 87.474 13,3% Piemonte 251.547 13,2% Friuli 66.552 13,1% Trentino 59.718 12,7% Lombardia 524.443 12,3% Veneto 234.080 11,1% ITALIA 3.315.580 14,5% Elaborazione Ufficio Studi CGIA Mestre su dati ISTAT NOTA: per lavoratori precari si intendono: i dipendenti a temine involontari; dipendenti part time involontari; Collaboratori che presentano contemporaneamente 3 vincoli di subordinazione: monocommittenza, utilizzo dei mezzi dell’azienda e imposizione dell’orario di lavoro; Liberi professionisti e lavoratori in proprio (le cosiddette Partite Iva) che presentano in contemporanea i 3 vincoli di subordinazione descritti nel punto precedente.


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