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19/03/2012 - Uil appoggia la protesta Anci
Santo Pane, portavoce della Uil, sottolinea che «il sindacato è contro questa manovra Monti che è ingiusta e va a colpire i più deboli, peggiora la situazione economica del paese e in Sicilia avrà effetti ancora più devastanti. Per tutelare famiglie e lavoratori, questo sindacato continuerà con azioni di protesta e mobilitazioni». La Uil si associa alla protesta dell’Anci contro l’alt della Corte dei Conti in merito alla stabilizzazione dei 22 mila precari che sono dislocati per la maggior parte presso Comuni, Province e Aziende sanitarie. Secondo Pane ”Il Governo regionale deve intervenire subito per la salvaguardia dei precari che rappresentano oltre il 55% del personale in servizio negli Enti locali. Questa condizione di precarietà deve essere eliminata attraverso un intervento legislativo semplice e ben definito, l’alt da parte della Corte dei Conti, a seguito di pareri richiesti da parecchi sindaci, che da un lato obbliga al rispetto dei vincoli previsti da norme nazionali, sta portando notevoli problemi negli enti locali, mettendo a rischio i dipendenti a tempo determinato già con contratto, e a questi si sommano gli oltre 6.000 lavoratori Lsu non ancora contrattualizzati, di cui una buona parte ancora sono dislocate in Cooperative». Santo Pane, inoltre, mette in evidenza che «occorre una reazione forte da parte di tutti gli attori coinvolti, i deputati che rappresentano a livello regionale e nazionale della provincia devono farsi portavoce dei sindaci, e dei sindacati, bisogna agire e trovare soluzioni definitive. Il Governo regionale, i sindaci, l’Anci, le organizzazioni sindacali, devono affrontare il grave problema della stabilizzazione a tempo indeterminato dei precari della Sicilia e arrivare a una risoluzione positiva e definitiva. La stabilizzazione dei precari è una priorità e il blocco delle procedure una cosa gravissima che va risolta con indifferibile urgenza».
«Le amministrazioni – denuncia la Cisl Funzione pubblica – non hanno mai fatto un lavoro serio per arrivare alla stabilizzazione definitiva, contrariamente a quanti da diversi anni si spendono con forza e convinzione portando avanti l’annosa battaglia. E’ giunta l’ora di fare chiarezza e bisogna reagire perché non deve essere consentito alle amministrazioni di sfruttare i lavoratori precari per servizi essenziali quali trasporti, refezione, vigilanza, servizi tecnici, servizi amministrativi, acquedotto, tributi sapendo che un’altissima percentuale di dipendenti storici è ormai collocato a riposo e senza essersi verificato alcun ricambio per il divieto imposto dalla legge». «Bisogna bloccare gli enti – sostengono i sindacati – per legge e con sanzioni pesanti, per evitare che continuino ancora a sperperare risorse pubbliche per conferimento incarichi a esperti, consulenti, esternalizzazioni di servizi, sagre, feste, convegni e seminari».
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