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11/05/2012 - Manifestazione dei precari a Palermo: ''Pronti a paralizzare i Comuni''
Tutti uniti contro il precariato. Cgil, Cisl, Uil, dipendenti comunali, operai, sindaci oggi si sono riuniti davanti la sede della prefettura di Palermo per dire basta al precariato. In Sicilia oggi ci sono circa 50mila precari dislocati tra aziende e amministrazioni comunali. Un dato che fa paura se accostato alle migliaia di persone che oggi in Sicilia non hanno un lavoro. Nella regione più a sud d’Italia si diventa precari da ragazzi e si rimane tali anche dopo essere diventati nonni.
Un paradosso tutto italiano a cui oggi, in occasione della “Giornata della precarietà” in migliaia dicono basta: “In Sicilia si parla di precariato storico – così riferisce a BlogSicilia Salvo Graziano Fp Cisl territoriale-provinciale -. Dopo 20anni ancora si parla di leggi che non hanno risolto il problema, non crediamo più alle promesse del presidente Lombardo, vogliamo delle certezze da parte dello Stato e chiediamo al Prefetto che si faccia portavoce della situazione in cui versano oggi precari in Sicilia.
Sappiamo che la Regione ha ricevuto delle istruzioni per risolvere il problema del precariato ma purtroppo l’intervento della Corte dei Conti ha spazzato quello che di buono si era fatto, ovvero la legge 24. I Comuni sono in grosse difficoltà per stabilizzare i precari. Le riforme fatte dal ministro Fornero riguardano solo una piccola parte di precari. Il precariato siciliano è un problema sociale”.
Presenti dipendenti dei Comuni da ogni parte della Regione. A gran voce chiedono la stabilizzazione e attendono la decisione del Prefetto. Il precariato nelle varie amministrazioni comunali è cosa ormai vecchia. Senza l’esercito dei precari comunali le aministrazioni verrebbero paralizzare. E’ questo il messaggio lanciato dai presenti alla manifestazione che si dicono pronti a bloccare l’operatività dei Comuni: “Giustizia per i lavoratori precari tutti – dichiara Ventimiglia Mario Rsu Cgil – la Regione si deve fare carico di questi lavoratori. La Nazione non ci riconosce e la Regione deve assumersi la responsabilità di avere creato questo precariato. Siamo delle persone e dunque vogliamo il lavoro e la nostra dignità. Non vogliamo essere una riserva di voti per i politici. Vogliamo la stabilizzazione”.
Presenti i sindaci di Monreale, San Cipirello, Cerda e altri comuni della provincia di Palermo: “E’ una situazione mortificante per tutti i lavoratori che dopo vent’anni si ritrovano ad essere precari – dichiara Giuseppe Ragusa, sindaco di Chiusa Sclafani -.Come rappresentante del Comune prenderò dei provvedimenti perché ci sia la possibilità di dare una sistemazione definitiva a tutti coloro che adesso rischiano di perdere la loro dignità. Bisogna dare voce al problema”.
Anche il sindaco rieletto di San Cipirello Antonino Giammalva era presente alla manifestazione: “Come sindaco di San Cipirello va la mia solidarietà a tutti questi lavoratori, padri e madri di famiglia che oggi si ritrovano a un passo dal baratro con il rischio di essere mandati a casa. Oggi la Regione siciliana deve prendersi le proprie responsabilità, questo precariato è stato voluto dalla politica. E’ necessario un piano regionale di integrazione. Non è giusto che tutti coloro che un tempo per caso hanno scelto di essere inseriti presso i vari assessorati siano stati stabilizzati mentre coloro che sono rimasti nei Comuni oggi si ritrovano ad un passo dall’essere buttati fuori.
Noi abbiamo bisogno della loro forza lavoro, sono essenziali. Se per caso nel Comune di San Cipirello fossero mandati a casa tutti i lavoratori precari, mi ritroverei a fare il sindaco solo con due vigili urbani in un Comune che ha 5600 abitanti”.
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