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24/08/2012 - Regione, casse bloccate: arriva un taglio da 1,4 miliardi di euro

Per garantire il funzionamento dell’amministrazione regionale, servono circa 2,4 miliardi di euro, ma fino alla fine dell'anno se ne potrà spendere al massimo uno in virtù del patto di stabilità. A rischio fondi comunitari, finanziamenti alle scuole e stipendi dei regionali di RICCARDO VESCOVO PALERMO. A rischio ci sono 600 milioni di euro di fondi comunitari, i finanziamenti per le scuole, gli stipendi dei regionali, i contributi per i teatri, le indennità per gli ottomila lavoratori della Formazione: le casse della Regione sono praticamente bloccate. Fino alla fine dell’anno la Regione potrà spendere al massimo circa un miliardo di euro. I vari dipartimenti, però, hanno presentato il conto: per garantire il funzionamento dell’amministrazione regionale, servono circa 2,4 miliardi di euro. Il risultato è allarmante: mancano all’appello 1,4 miliardi, somma che in sostanza Palazzo d’Orleans dovrà tagliare dai vari capitoli di bilancio. Numeri legati al cosiddetto patto di stabilità. L’argomento è stato discusso ieri in giunta. Roma in sostanza ha ulteriormente abbassato, rispetto allo scorso anno, il tetto di spesa consentito alla Sicilia. «Ma la partita non è chiusa, anzi - dice l’assessore regionale al Bilancio, Gaetano Armao - la prossima settimana contiamo di avere un incontro a Roma per chiedere di escludere dal calcolo della spesa alcuni settori». In sostanza l’Isola, in quanto regione a statuto speciale, non riceve fondi dallo Stato per alcuni settori come scuole e trasporti e si fa interamente carico dei costi. Armao chiederà dunque di escludere queste spese consentendo alla Sicilia di spendere ancora delle somme che comunque ha a disposizione. Nel frattempo, però, gli assessori avranno un compito delicatissimo (a maggior ragione in piena campagna elettorale), quello cioè di mettere nero su bianco le emergenze del proprio settore che presenteranno in un nuovo incontro previsto probabilmente la prossima settimana. La giunta ieri ha individuato delle priorità: stipendi del personale, scuole e fondi comunitari - circa 600 milioni - che altrimenti andrebbero persi e restituiti a Bruxelles. L’elenco sarà utilizzato da Armao per rivendicare le ragioni della Sicilia nel negoziato con il premier Mario Monti: «I vincoli del patto di stabilità - ha spiegato - sono necessari ma non possono prevedere limiti di spesa così stringenti. La Sicilia ha delle funzioni che altre Regioni non hanno, ad esempio riguardo i collegamenti con le isole minori o i forestali. Abbiamo chiesto allo Stato di togliere queste spese dal calcolo dei tetti di spesa ma la proposta non è stata accolta. Ripeto, lo Stato da un lato ci assegna funzioni e dall’altro ci stringe la cinghia». Gli assessori intanto sono già al lavoro con i propri uffici. L’assessore Accursio Gallo è tra i più agguerriti: «Senza il cofinanziamento da parte della Regione dei fondi comunitari - dice - è a rischio il pagamento dei dipendenti della Formazione. Una situazione inaccettabile per la quale mi batterò con tutte le forze. Altra emergenza è quella della scuola. Senza i fondi è a rischio l’avvio dell’anno scolastico e il pagamenti degli insegnanti degli istituti regionali». In Sicilia però l’emergenza è già scoppiata e ha investito tutto i settori. Nel turismo, ad esempio, sono a rischio oltre 600 spettacoli del circuito del mito. Ed è di ieri la notizia che il concerto di Gino Paoli e Danilo Rea, in programma a Palermo domenica al Castello a Mare, nell'ambito della rassegna «Porto d'Arte», è posticipato a data da destinarsi. In allarme sono anche i Comuni, in attesa del trasferimento dei fondi per le autonomie locali. Su questo fronte si è detto determinato a trovare una soluzione pure l’assessore alle Autonomie locali, Nicola Vernuccio. Intanto ieri a Villafrati, nel Palermitano, si è tenuto un incontro tra precari ex Asu per discutere, alla presenza di politici regionali di diversi partiti, sul futuro di questa platea di lavoratori, per i quali non solo i fondi sono a rischio esaurimento, ma sarebbe in bilico anche il rinnovo dei contratti. http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/208517/


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