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02/10/2012 - il Comitato dei Precari della provincia di Agrigento si è nuovamente riunito a Porto Empedocle per discutere dei problemi della categoria

Dopo appena una settimana dall’incontro del 20 settembre in Agrigento, più precisamente in data 28 settembre, il Comitato dei Precari della provincia di Agrigento si è nuovamente riunito a Porto Empedocle per discutere dei problemi della categoria e non solo, poiché tutte le problematiche volutamente non risolte del territorio siciliano toccano tutti e si riflettono su tutti, generando ed amplificando, a catena, il dramma ed il tracollo globale che stiamo vivendo. In particolare nel meridione, luogo di frontiera e di scambio, dove persistono il “bisogno” e la “non libertà”, dove limiti culturali ed ideologici associati ad una forte dose di incoerenza sostengono e “rafforzano” la “mala” politica. Probabilmente occorre arrivare così in basso per risalire con forza e determinazione nella speranza che, il popolo siciliano, di cui i precari storici rappresentano uno spaccato sotto ogni aspetto, mostrino finalmente dignità, orgoglio e coraggio. La consapevolezza, la partecipazione e la determinazione sono elementi essenziali per sostenere ed alimentare le iniziative e gli sforzi di quanti, e nello specifico del Comitato, nell’interesse comune si battono per un necessario cambiamento che deve ridare trasparenza, dignità e coerenza alla politica ed ai nuovi soggetti della politica. Di fatto i soliti mestieranti della “mala-politica”, di ogni appartenenza e livello, abilmente finalizzano i loro sforzi esclusivamente a sostenere la “casta” ed i loro privilegi scollandosi dalle proprie realtà territoriali, occupandosi, con demagogia ed arte, esclusivamente all’ “eutanasia” del popolo e dei lavoratori. “Divide et impera”… un proverbiale insegnamento politico dove più scomponi la massa, assoggetti la gente al bisogno, all’incertezza e al terrore, maggiore risulta la forza di chi governa. Ma qualcosa sta cambiando!!. Strepitosa è stata la partecipazione all’incontro del 28 c.m. dove consapevolezza, rabbia, determinazione e voglia di cambiamento accomuna tutti. Diversi gli interventi anche dalla platea e le proposte che, ovviamente, verranno opportunamente valutate e calendarizzate nell’interesse e condivisione generale. Data la folta platea, sono stati ripresi i principali contenuti dei precedenti incontri e fornite preliminarmente alcune informazioni di carattere generale sul tema specifico, sull’incontro avutosi a fine agosto a Palermo con i rappresentanti dei Sindaci, l’Eurodeputato On. Iacolino, Il Presidente dell’ARS On. Cascio e la Dott.ssa Corsello. A seguito di tale incontro, data l’inerzia della nostra deputazione regionale che aveva elegantemente tentato di spostare la problematica a Roma, si era sollecitato un incontro presso le principali autorità nazionali per fare opportuna chiarezza. La perseveranza serve. All’insistente sollecito si è così addivenuti all’incontro di Roma di una rappresentanza con il Sottosegretario alla Presidenza On. Catricalà, nonché componente della Corte dei Conti, che si è espresso sulla problematica riassumendo che la questione va risolta in Sicilia poiché, nulla chiedendo economicamente a Roma e mostrando la Regione la necessaria disponibilità finanziaria, così come si rileva palesemente al comma 24-ter dell’art.14 del D. Lgs. 31 maggio 2010 n.78, i limiti imposti alla prosecuzione delle attività lavorative in atto possono andare in deroga. Questo ci stupisce, poiché alcuni componenti del Comitato Provinciale dei Precari avevano da tempo fatto rilevare lo spiraglio riportato dalla norma n.78/2010 e cioè, come si riporta integralmente dal testo di legge, “Resta fermo che le disposizioni di cui al comma 9 non si applicano alle proroghe dei rapporti di cui al comma 24-bis”. Le risposte da parte delle istituzioni, della politica e persino dei sindacati alla lettura della norma in questione erano confuse, ambigue e portavano solo ed esclusivamente ad una univoca interpretazione: “SIETE A CASA”. Probabilmente ai nostri politici serviva tempo e spazio per altri interessi e forse anche qualche “sostegno” nazionale per buttarci fuori. Ci viene da pensare, anche alla luce di varie vicende, che vi sia in atto un ulteriore disegno di strumentalizzazione ed il tentativo di un colpo di spugna contando proprio sulla nostra “storica leggerezza”. Ora Basta!!!, seppur riconoscendo la principale colpa dell’incostanza storica delle iniziative dei precari siciliani e del continuo accontentarsi di poco, siamo ormai stanchi e non più giovani, siamo al capolinea e con grandi responsabilità sulle spalle per il futuro delle nostre famiglie e della nostra terra. La conferenza stampa del 27 settembre c.m. ad Agrigento dell’On. Iacolino e dei Sindaci presenti all’incontro di Roma conferma quanto sopra riportato aprendo lo spiraglio per la prosecuzione delle attività lavorative. Un apertura che, fermo restando l’attesa di un riscontro ufficiale scritto dell’ On. Catricalà a seguito di formale richiesta che a giorni formulerà la D.ssa Corsello, impone massima vigilanza ed operatività poiché, ferme restando le sostanziali incertezze sulle disponibilità finanziarie di Regione ed Enti, ancora tanto occorre fare per un reale processo di stabilizzazione in tempi ragionevoli. Di fatto il Comitato invita alla partecipazione attiva e corposa proprio per sollecitare nel concreto, ai vari soggetti competenti presso la Regione ed i vari Enti, l’avvio delle necessarie procedure per la stabilizzazione, tenuto conto delle varie problematiche di ogni singola realtà locale e del governo regionale che si dovrà costituire. L’unione e la compattezza fanno eco e ci permettono in primo luogo di essere ascoltati. Per questo non molliamo e con maggior determinazione invitiamo tutti a ragionare e soprattutto a far ragionare quanti hanno la reale responsabilità del futuro della nostra Regione. Siamo già tanti e possiamo essere tantissimi. La raccolta delle schede elettorali è il primo passo per poter discutere e decidere sul futuro della nostra terra. Il dramma epocale a cui stiamo assistendo impone che tutti i cittadini e lavoratori, precari e non solo, debbano guardare oltre e puntare al benessere collettivo perché questo ci rende veramente liberi e si riflette sul territorio e su ogni attività dell’isola. Lo dobbiamo alla nostra terra e al futuro dei nostri figli. Il consenso va guadagnato sul campo!. Si ricorda che da tanti anni molti dei servizi pubblici presso i più svariati Enti dell’isola sono garantiti dal personale precario che rappresenta, in generale e con tutto rispetto per i lavoratori di ruolo, le risorse più “giovani”, operative e qualificate. E’ utile precisare altresì che in vari casi e spesso per cause non imputabili agli stessi lavoratori, detto personale viene sottoutilizzato, mal gestito e/o non messo nelle opportune condizioni operative di poter migliorare i servizi. Le potenzialità inespresse sono notevoli ma … diffuse logiche consentono di lasciare quell’indeterminatezza necessaria per assoggettare continuamente il sistema del lavoro e dell’utenza. Inoltre, seppur marginale nella problematica ma semplicemente per chiarezza, dovere di cronaca ma lungi dalle polemiche, quando s’invoca all’accesso pubblico presso gli Enti, in linea di principio, probabilmente quello dei precari storici è stato forse il più trasparente e martoriato della storia della nostra terra oltre che disciplinato da una serie di norme. Probabilmente le norme in merito sono state fatte, nel tempo, volutamente sempre più ambigue e speculative per tentare di asservire il contesto sociale e lasciare ampia interpretazione, come tutte le norme italiane, in modo di poter fare in ogni momento buono e cattivo tempo. I lavoratori precari non hanno fatto le norme ma si sono “sfortunatamente” trovati in un dato momento storico ed hanno, come ognuno nella vita, aderito ad una possibile prospettiva di lavoro. Ricordiamo che le liste furono fornite dagli uffici di collocamento secondo le allora vigenti disposizioni normative e con i criteri di selezione previsti per la valutazione e l’avvio dei soggetti in possesso dei requisiti. Per cui, a fronte di una selezione iniziale per ogni categoria, di una contrattualizzazione che si protrae per oltre venti anni nell’attesa delle previste procedure di stabilizzazione, nonché di una lunga esperienza formativa acquisita direttamente sul campo, cosa occorre ancora fare? Tanti colleghi già da diversi anni, seppur provenienti dalla stessa norma, si trovano già inseriti a tempo indeterminato negli organici degli Enti. Se infine riflettiamo sulle tante assunzioni avvenute a seguito dei presunti “concorsi pubblici” su tutto il territorio ed in ogni ambito: quale maggiore trasparenza e rispetto delle norme hanno avuto? Inoltre, quando si parla giustamente di ridurre gli sprechi e di stringere tutti la cinghia, perché si agisce solo sulla gente comune con l’intento di creare un netto bipolarismo sociale: il povero sempre più indigente ed il ricco sempre più potente. Sanare il bilancio di una nazione e ridurre la spesa pubblica non vuol dire aumento delle tasse, licenziamenti e riduzione dei servizi ma offrire a tutti le compatibili soluzioni per poter partecipare, proporzionalmente, al risanamento finanziario dello stato nel comune interesse. Siamo ben lontani da questo perché lo spreco dei pochi eletti e la corruzione ed impunità della casta continua ad essere giorno dopo giorno su tutte le pagine della cronaca contro la sempre crescente vessazione dei lavoratori che, invece, seppur con sacrifici e difficoltà, generano e sorreggono la vera economia dello stato. La nostra diffidenza verso la politica e le istituzioni ha bisogno di soluzioni concrete ed immediate nell’interesse del paese di cui tutti facciamo parte. Per concludere, appare doveroso ricordare e ringraziare quanti partecipano e sostengono liberamente le iniziative del Comitato Provinciale dei Precari, ringraziamo per la massiccia partecipazione ed in particolare quei soggetti che a tutt’oggi non avevano ancora partecipato e questo fa ben sperare. Ringraziamo altresì i lavoratori precari delle altre province che hanno inviato delle email di gratitudine per l’impegno a tutt’oggi profuso dal Comitato, esprimendo la loro solidarietà e condivisione, manifestando la loro vicinanza e disponibilità ad aderire alle iniziative del gruppo. In particolare il Comitato Provinciale dei Precari rivolge un doveroso grazie al sostegno ricevuto da alcuni Sindaci e tra questi, con caparbietà, al Sindaco Manganella di Favara che da tempo, fuori da ogni eventuale logica politica ed elettorale, assieme con l’On. Iacolino, hanno contribuito a tenere alta l’attenzione e l’impegno presso le vie istituzionali garantendoci di interloquire e partecipare agli incontri presso i vertici istituzionali. Purtroppo ci dispiace per l’ennesima volta lamentare l’assenza immotivata dei principali Sindacati, probabilmente spinti da altre logiche che li vedono estranei e disinteressati, depurati dal loro principale ruolo e dalla loro missione a servizio e tutela di tutti i lavoratori. Sarà forse un assenza di vocazione o un reflusso di coscienza? F.to: Il Coordinamento dei Precari Storici di Agrigento


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