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18/03/2013 - Asu, lavoratori in piazza: ''Vogliamo diventare precari''

PALERMO- Clima teso tra i lavoratori socialmente utili degli enti locali siciliani. Centinaia di manifestanti Asu sono scesi in piazza, questa mattina, in segno di protesta contro le istituzioni. A far sentire la loro voce sono intervenuti, i dipendenti delle amministrazioni comunali di tutta l’Isola, che chiedono la copertura finanziaria e la proroga dei progetti dell’area socialmente utile fino al 31 dicembre 2014. I manifestanti, che nel corso della mattinata da piazza Castelnuovo si sposteranno a palazzo dei Normanni, chiedono, inoltre, la stabilizzazione nei comuni dove prestano servizio da circa quindici anni. In Sicilia, i dipendenti Asu sono circa seimila: nessun contratto, al momento, è stato garantito. “Non abbiamo mai avuto un contratto, siamo lavoratori in nero legalizzati dalla Regione con un sussidio economico di poco più di cinquecento euro – afferma Cettina Sampognaro, una delle manifestanti Asu – nel bacino Asu, oggi, ci sono persone che hanno superato la soglia dei cinquant'anni. Ci troviamo in una situazione di estremo disagio, quando va bene portiamo a casa uno stipendio misero con cui non si arrivano a pagare neppure le bollette”. Dopo aver prestato, in questi anni, attività socialmente utili negli enti, in cooperative, negli Asp e nelle scuole, adesso, i lavoratori sono stanchi di non poter essere considerati neppure precari. I manifestanti chiedono, pertanto, garanzie e certezze sul loro futuro professionale: “In quindici anni non possiamo neppure dire di essere precari, anzi, oggi, lottiamo per diventarlo. I comuni usano le nostre figure, che sono molto spesso abbastanza professionali, senza però garantirci alcun appiglio per il futuro – afferma Filippo Canzone, lavoratore Asu - Oggi siamo qui per dire basta, non vogliamo essere considerati esclusivamente come bacino di voti e merce di scambio dalla politica e poi buttati via e dimenticati”. I lavoratori hanno chiesto di incontrare il presidente Crocetta, gli assessori Bianchi e Bonafede, i presidenti della II Commissione e della V Commissione ed il gruppo parlamentare del M5S. Un grido d'aiuto, quello rivolto al presidente della Regione: “Al governatore chiediamo di poter stipulare un briciolo di contratto, che dia a ciascuno di noi una parvenza di dignità lavorativa, che sia di diciotto, venti ore, per garantirci il minimo vitale – conclude Canzone -. Noi abbiamo riposto molta fiducia nel presidente Crocetta che rispettiamo anche per il lavoro svolto in questi pochi mesi di legislatura e siamo disposti ad accettare qualsiasi tipo di proposta. Il presidente ci aveva garantito che non ci sarebbe stata 'macelleria sociale', è ora di dare risposte concrete”. livesicilia


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