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20/04/2013 - Precari, scontro sul ritorno alle cooperative sociali a rischio di infiltrazioni mafiose
di Manlio Viola
E’ guerra a tutto campo sui precari della Regione siciliana. Il pomo della discordia è l’articolo 16 della Finanziaria della Regione siciliana approvato a tarda ora in Commissione.
La norma cancella l’attuale impiego di tutti i Pip, precari regionali utilizzati in vari rami dell’amministrazione pubblica e giunti in servizio attraverso la legge sui “piani di inserimento professionale”. Si tratta di persone utilizzate alla Regione ma anche negli ospedali, nelle prefettura e in mille altri “punti sensibili” dell’amministrazione della cosa pubblica e che hanno acquisito esperienza sul campo negli ultimi 10-15 anni.
Con l’art. 16 rinascono le cooperative sociali nelle quali questi lavoratori dovranno confluire per poi attendere l’assegnazione degli incarichi attraverso questo cooperative. Un ritorno al passato. Un passato di precarizzazione assoluta già vissuto negli anni ’90.
Fortemente preoccupato il sindacato: “Si torna a consegnare queste migliaia di lavoratori nelle mani di caporali e capi popolo – dice Mimma Calabrò, segretario della Fisascat Cisl – che potranno, così, gestire il consenso attraverso metodi che nessuno conosce. Siamo fortemente preoccupati da questo ritorno al passato. Un sistema che offre il fianco a possibili infiltrazioni”.
Esperienze analoghe hanno caratterizzato il lavoro precario in Sicilia fin dalla sua nascita. Le cooperative sociali videro la luce a Palermo alla fine degli anni ’80 dopo l’esperienza del così detto DL 24, che permise l’ingresso nei ranghi del Comune di Palermo di poco meno di 2000 operai edili, metà dei quali ancora in servizio. Proprio a cavallo fra l’80 e il ’90 nacquero varie esperienza a Palermo ed in tutta la Sicilia: dai catalogatori all’art 23, dai Pip all’art 11 e così via. Una stagione di precariato alla quale si era deciso di porre fine con una serie di interventi, nel 2000, di stabilizzazione che avevano portato l’esercito di 60 mila precari a dimezzarsi. Lo scopo era di chiudere questa pagina e non creare più nuove esperienze del genere. Oggi si torna indietro riportando al passato il sistema di gestione del precariato.
“La preoccupazione del sindacato non si ferma soltanto alla norma che, di fatto, riporta questa gente sotto il ricatto del politico di turno. C’è – continua Mimma Calabrò – anche un problema di risorse. Contrariamente a quanto è stato dichiarato fino ad ora, le somme disponibili sono circa la metà di quanto occorrerebbe”.
Con le cooperative unite all’esiguità di risorse si rischia, dunque, di lasciare a casa almeno metà dei lavoratori e non si comprendere neanche chi e con quali criteri sceglierà chi lavora e chi no.
Perfino più diretto l’attacco dell’opposizione “Con il metodo dello spacchettamento in cooperative sociali – dice Vincenzo Figuccia del Pds – Crocetta sta consegnando i Pip di Palermo alla mafia e al caporalato, esattamente come nel 1995, quando ogni cooperativa riceveva la regolare visita del mafioso di turno che chiedeva il pizzo sullo stipendio come sostegno ai detenuti e per i quartieri. In questo modo le cooperative di Pip si suddividerebbero all’interno dell’area metropolitana, organizzata scientificamente in mandamenti che si reggono sulle braccia del precariato in funzione delle sacche di disagio assoggettati all’interesse di chi lo ha voluto generare”.
“Noi condurremo la nostra battaglia per la legalità – conclude Figuccia -per evitare che si vada indietro di 20 anni. I precari Pip hanno già pagato abbastanza. Auspichiamo la presentazione in Commissione Bilancio di opportuni emendamenti che vadano in direzione diversa rispetto a quella prospettata”.
Ma in Commissione bilancio i dubbi sono tanti anche su altri argomenti. “Da lunedì la Commissione – dice il Presidente Nino Dina – lavorerà per riequilibrare l’eccesso di tagli apportati dal governo Crocetta al bilancio. Dobbiamo verificare ad esempio la questione dell’accantonamento passivo per 110 milioni nel Fondo per gli enti locali (soldi la cui disponibilità dipende dalle entrate del Sistema sanitario regionale). Attendiamo da oggi gli emendamenti con particolare attenzione a quelli che arriveranno dalla commissione Cultura relativi al settore della Formazione”.
La situazione è talmente complessa ed il tempo così ridotto che la Commissione lavorerà anche domani, domenica: “Per gli emendamenti a bilancio e finanziaria – conferma Dina – c’è tempo fino alle 10 di domani. Poi la commissione Bilancio si riunirà dalle 10 di lunedì. Una seduta “no-stop” per portare il testo in Aula nei tempi previsti: mercoledì 24 per l’incardinamento e venerdì 26 – dopo il deposito degli ulteriori emendamenti d’Aula – per l’inizio della discussione generale”.
http://palermo.blogsicilia.it/precari-scontro-sul-ritorno-alle-cooperative-sociali-a-rischio-di-infiltrazioni-mafiose/181246/
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