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05/09/2013 - CGIL Enna Presa di posizione su precari
Enna. Prende posizione il segretario provinciale della Cgil ennese, Rita Magnano, sulle problematiche dei precari
Il provvedimento che è stato presentato come la soluzione del complesso problema dei precari della pubblica amministrazione nei fatti non risponde alla totalità della platea e soprattutto esclude interi comparti come quelli della scuola e della sicurezza oltre che tutti quei lavoratori con contratti atipici che, nei fatti, sono il simbolo della precarietà.
Apprezziamo il ritorno alla trasparenza e alla norma con la previsione dei concorsi, riteniamo utile che si crei stabilità ma, siamo anche consapevoli, che non si può chiudere una stagione di precarietà nel pubblico impiego pensando a licenziamenti.
Parliamo di un precariato storico che in questi anni ha permesso a un sistema pubblico, non certamente all’avanguardia, di continuare a fornire servizi e le cui legittime aspettative non possono oggi rimanere compresse tra i rigidi paletti del turnover e dei conti in regola.
Una situazione che nella nostra regione diventa ancora più complessa e che necessita da parte del governo siciliano un’attenzione e un impegno straordinario nell’ individuare, in fase di riconversione, le dovute deroghe al decreto, considerata la specificità del nostro precariato.
Un’azione legislativa che deve essere accompagnata da un confronto con le forze sociali per definire un percorso virtuoso che possa, in un tempo contenuto, dare certezza alle aspettative dei precari della nostra regione e ancor di più della nostro territorio che della precarietà hanno ormai fatto una bandiera.
E’ indispensabile attivare con immediatezza un monitoraggio delle piante organiche degli enti locali oltre che, in generale, del sistema della PA, bisogna individuare i profili necessari per garantire i livelli essenziali delle prestazioni, occorre cercare le risorse economiche che sostengano un piano di stabilizzazione complessivo che tenga in debita considerazione anche le inaccettabili dimenticanze che si ritrovano nelle pieghe del decreto. Occorre soprattutto affrontare, per superarlo, il Patto di stabilità che ingessa gli Enti locali. E tutto questo in tempi brevi perché nel settore del pubblico impiego il tempo perso è veramente ormai troppo: si stabilizzino i precari e si torni a dare dignità alla Pubblica amministrazione con un riforma che la renda agile e trasparente e capace di fornire servizi ai cittadini in modo tempestivo.
La Cgil ritiene, inoltre, necessario che il problema del precariato venga assunto, nella sua totalità, come priorità assoluta. Sarebbe inaccettabile assistere, ancora una volta, al tentativo di dare risposte settoriali che mettano l’uno contro l’altro il mondo del lavoro precario: pubblico contro privato. Intollerabile riproposta di una strategia del dividere che, oltre ad indebolire, inasprisce gli animi di chi vivendo da anni la dimensione del lavoro precario subisce, inevitabilmente, anche il peso, ormai insostenibile, della precarietà della vita. Il vero problema oggi è quello di mettere al centro della discussione “ il lavoro”: bisogna creare lavoro etico e tutelato e ricercare risorse economiche che sostengano l’unico percorso virtuoso che possa garantire la crescita. Un percorso che necessariamente deve essere sostenuto da principi di economia, di moralità pubblica e di responsabilità sociale.
Vivienna
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