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01/11/2013 - Precari, braccio di ferro con Roma
SUL destino dei precari siciliani è braccio di
ferro tra Roma e Palermo. Mentre il ministro
della Funzione pubblica Gianpiero D' Alia
ribadisce che «gli ulteriori adempimenti sono a
esclusivo carico della Regione», il governatore
R o s a r i o C r o c e t t a i n c o n t r a i s i n d a c a t i e
assicura: «La prossima settimana chiederò
una deroga di almeno un anno al governo
nazionale, che è l' unico che può risolvere la
questione ». Un rimpallo di responsabilità che
mette sempre più in pericolo il futuro dei 24
mila precari degli enti locali dell' Isola, per i
quali il decreto già approvato dalla Camera e
passato al Senato rende di fatto impossibili le
proroghe dei contratti in scadenza a fine anno
e le future stabilizzazioni.
A lanciare la stoccata è il ministro D' Alia:
«Non intendo replicare a quanti in questi
giorni, in Sicilia, hanno attaccato il governo
nazionale. La ragione è semplice: non si
risponde a chi è responsabile di una politica
criminale che ha devastato le finanze regionali,
alimentando clientele e aspettative impossibili
da realizzare per tanta gente. Fossi un
precario siciliano, andrei a prendere a calci nel
sedere quei politici e sindacalisti che hanno
concorso a creare questo sistema fatto di
bugie, ricatti e collusione ». Parole che infiammano la polemica e sembrano non lasciare spazio alle
trattative ipotizzate da Palazzo d' Orleans: «La prossima settimana anticipa
D' Alia incontrerò
il
presidente Crocetta, con cui concorderemo tempi e modi di attuazione in Sicilia del decreto».
L' attacco che arriva dal ministero frena sul nascere il pressing di Crocetta, che martedì affronterà il
tema dei precari nell' ambito di un incontro sull' immigrazione con il premier Enrico Letta e mercoledì
vedrà proprio D' Alia «per discutere gli aspetti tecnici della vicenda». Al ministro il governatore chiederà
un impegno per far rientrare nella prossima legge di stabilità l' emendamento cancellato dalla Camera e
che avrebbe permesso le proroghe dei precari.
«A Roma si guarda a questi lavoratori come se fossero tutti della Regione e non degli enti locali spiega
Crocetta È
un' analisi sbagliata che rischia di produrre un massacro sociale: se non cambiano i
vincoli imposti dalla legge nazionale, per la Regione sarà impossibile trovare le risorse necessarie
anche per le proroghe».
L' annuncio della missione romana arriva al termine dell' incontro con Cgil, Cisl e Uil, cui ha partecipato
anche l' assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti. Un summit che si conclude con la creazione di
un' unità di crisi che coinvolgerà il governo nazionale e quello regionale, l' Anci e i sindacati. La strategia
verrà messa a punto lunedì, nel corso di un incontro cui parteciperanno anche gli assessori al Lavoro e
all' Economia. «La Regione chiedono
i sindacati dovrà
presentare un proprio piano di
razionalizzazione delle spese, vincolando gli enti locali a un piano di risparmio e stabilizzazione
triennale. Ci auguriamo che sia l' inizio di un iter per la creazione del bacino unico dei precari e che nell'
arco di un quinquennio vengano finalmente stabilizzati».
Sulla vertenza si scatenano le reazioni politiche, con il capogruppo dell' Mpa all' Ars, Roberto Di Mauro,
che attacca «la scellerata decisione di non autorizzare la riassunzione dei precari», mentre il deputato
del Pd Antonello Cracolici
denuncia un «pregiudizio insopportabile» nei confronti della Sicilia. E
annuncia: «Siamo pronti a sostenerli, se necessario anche organizzando una manifestazione a Roma».
Repubblica Palermo edizione 01/11/2013
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