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01/11/2013 - Formata una ''unità di crisi'' per il nodo dei precari siciliani

Il nodo dei precari degli enti locali rimbalza a Roma, ma la Regione dovrà fare la sua parte. È quanto emerge dall’unità di crisi insediata a Palazzo d’Orleans dal governatore Crocetta, con la partecipazione di assessori e sindacati. Il percorso sarà definito lunedì alla vigilia della missione romana del presidente della Regione. L’unica certezza, fino a questo momento, è che sarà proposto al premier Letta e al ministro D’Alia un emendamento alla manovra finanziaria con cui si deroga il patto di stabilità con i comuni. E perché ciò avvenga la Regione dovrà portare qualcosa di concreto sul suo impegno per una spending review nei comuni. Come ricorda Paolo Caracausi (Cisl) il peso finanziario dei precari in tutti i comuni siciliani ammonta a 310 milioni annui. E non possono essere tutti a carico della Regione. Occorre che i comuni facciano uno sforzo con tagli alle spese. Il presidente Crocetta conferma di non demordere, sebbene veda all’orizzonte grosse difficoltà: «Siamo convinti che la legge per come è passata alla Camera rende quasi impossibile le proroghe per i precari siciliani e allontana definitivamente la possibilità di stabilizzazione». Ha informato l’unità di crisi di avere preso appuntamento con il premier Letta che incontrerà giorno 5, assieme al sindaco di Lampedusa Nicolini, per le questioni che riguardano l’emergenza migranti: «In quell’occasione vorrei far inserire le altre emergenze della Sicilia legate al patto di stabilità, ma anche legate al lavoro e al precariato». Crocetta mercoledì incontrerà anche il ministro D’Alia, con la partecipazione di altri ministri siciliani: «Chiederò che vi prenda parte una delegazione sindacale e dell’Ars ». Crocetta conferma che la soluzione potrà essere «un emendamento da inserire nel decreto sulla stabilità, che possa correggere gli errori fatti nel testo approvato dalla Camera». Contestualmente dalla Sicilia dovrebbe partire un qualcosa di concreto come un ddl dell’Ars sui tagli o un provvedimento amministrativo avente le stesse finalità. Sono percorsi che hanno il maggiore ostacolo nel tempo, da qui l’ipotesi che sarebbe meglio operare la spending review in sede amministrativa. I sindacati Cgil, Cil e Uil, da parte loro, fanno sapere di avere indicato al governo regionale la strada da percorrere: «La Regione dovrà presentare un proprio piano di razionalizzazione delle spese, una vera e propria spending review per via amministrativa, così come richiesto dalla ragioneria dello Stato, vincolando gli enti locali ad un piano di risparmio e stabilizzazione triennale, che dovrà vedere un progressivo processo di recupero delle risorse messe a disposizione dalla Regione per la stabilizzazione». Il che potrebbe essere fattibile, visto che, come comunica il sindaco Orlando, l’amministrazione comunale di Palarmo ha già fatto qualcosa di simile, avendo elaborato in questi giorni «un emendamento alla legge di stabilità, con cui prevedere, a costo zero per lo Stato, la possibilità di proroga dei contratti del personale precario degli enti locali della Regione». Molto polemico il Ministro D’Alia: «Fossi un precario siciliano andrei a prendere a calci nel sedere quei politici e quei sindacalisti che nella Regione hanno concorso a creare questo sistema fatto di bugie, ricatti e collusione». E sul da farsi conferma: «La prossima settimana incontrerò il presidente Crocetta, con cui concorderemo tempi e modi di attuazione in Sicilia del decreto 101 e gli ulteriori adempimenti che sono ad esclusivo carico della Regione». La Sicilia edizione 01/11/2013


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