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05/11/2013 - Emergenza lavoro. Precari, l' ultima battaglia Crocetta oggi dal premier ''Una deroga per la Sicilia''

UNA deroga ai vincoli su spesa e dotazione organica che impediscono le proroghe. Il governatore Rosario Crocetta vola oggi a Roma con un emendamento salva precari da proporre al premier Enrico Letta e al ministro Gianpiero D' Alia. Di fatto, un ritorno alla normativa che finora ha permesso ai Comuni di rinnovare i contratti dei 24 mila lavoratori a tempo determinato. Presentata ieri ai sindacati e all' Anci dall' assessore alle Autonomie locali Patrizia Valenti, riuniti intorno al tavolo dell' unità di crisi creata dal governo, la deroga dovrebbe essere inserita in un emendamento a l l a l e g g e d i s t a b i l i t à . P e r p r o v a r e a convincere Palazzo Chigi, Crocetta porterà con sé i numeri della riduzione della spesa regionale avviata in questi mesi su sanità, f a r m a c i e s t i p e n d i d e i d i r i g e n t i . U n a controrelazione per contestare le critiche della Ragioneria generale dello Stato, fatte proprie dallo stesso D' Alia, sull' assenza di una spending review in grado di garantire un' adeguata copertura finanziaria della Regione, che per gli stipendi dei precari paga 360 milioni di euro all' anno. La missione di Crocetta è unadelle ultime carte a disposizione di Palazzo d' Orleans. Anche perché il tempo stringe: fra meno di due mesi, il 31 dicembre, i contratti della maggior parte dei precari scadranno. Per loro, il governo punta a un piano di proroghe triennali. Solo dopo, superata l' emergenza, si potrà cominciare a pensare alle stabilizzazioni. «Ci sono ancora molti aspetti da chiarire dicono i sindacati della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil soprattutto per addivenire alla norma regionale che dia riferimenti certi a Regione e Comuni sia in termini di incentivi che di penalizzazioni per realizzare i percorsi di stabilizzazione e chiudere una volta e per tutte con la nera stagione del precariato siciliano». Su Crocetta cresce anche il pressing politico: «Abbiamo inviato le nostre proposte, ci aspettiamo che il governo regionale faccia il massimo per instaurare un' interlocuzione forte con Roma », dicono la deputata regionale Mariella Maggio e quella nazionale Maria Iacono. «L' unica via percorribile è quella di una trattativa politica con il governo nazionale dice Paolo Amenta, vice presidente vicario dell' Anci Sicilia anche perché l' ipotesi del bacino unico dei prechecari è difficilmente realizzabile». La proposta avanzata nei giorni scorsi dall' assessore Valenti, che comporterebbe il passaggio dei lavoratori alla Regione e il loro successivo smistamento ai Comuni, assume i contorni di un' ultima spiaggia in caso di fallimento della trattativa romana. In ballo non c' è solo il destino di 24 mila famiglie. In molti casi sonoproprio i precari storici a garantire il funzionamento degli enti locali. «Nella polizia municipale tre su quattro sono a tempo determinato dicono dall' Anci oggi nessun Comune potrebbe assicurare il rinnovo dei contratti». L' allarme riguarda tutta la Sicilia. Ad Alcamo i dipendenti di ruolo sono 200 e i precari oltre 400. Una cifra cui vanno aggiunti anche190 ex lsu. «Ogni anno ci costano tre milioni di euro, il 20 per cento del costo totale. Il resto lo paga la Regione spiega il sindaco Sebastiano Bonventre da noi il patto di stabilità è stato sforato lo scorso anno di circa 800 mila euro: se restasse questo vincolo, la proroga sarebbe impossibile». Problemi simili si ritrovano in moltissimi Comuni. A Partinico, per esempio, ci sono 150 lavoratori a tempo indeterminato e 270 contrattisti. Dall' altra parte dell' Isola, a Sant' Agata di Militello, i dipendenti precari sono 146 su 261: «Il ministro D' Alia è venuto una decina di giorni fa per rassicurarci racconta l' assessore al Personale, Marco Vicari ma noi, pur rispettando il patto di stabilità e avendo già approvato il bilancio, non potremmo mantenerli tutti. Se dovremo scegliere, il criterio sarà quello della produttività». Ad Acireale i contrattisti sono 280, la metà del totale dei dipendenti comunali: «I problemi non sono i numeri ma i vincoli finanziari spiega il sindaco Antonino Garozzo con i limiti del patto di stabilità e della pianta organica, potremmo stabilizzarne al massimoil 20 per cento». CRISTOFORO SPINELLA repubblica Palermo edizione del 05/11/2013


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