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06/11/2013 - La Sicilia : Spiraglio per i precari individuato il percorso per prorogare i contratti

PALERMO. I contratti dei circa 20mila precari degli enti locali potranno essere prorogati, attuando il decreto legge n. 101, convertito n e l l a l e g g e n . 1 2 5 , c h e p r e v e d e l a razionalizzazione delle procedure per l' i n s e r i m e n t o s t a b i l e n e l l a p u b b l i c a amministrazione di questi lavoratori, secondo un percorso concertato con le amministrazioni regionali. E' quanto emerso dall' incontro svoltosi ieri a Roma tra il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e il ministro della Pa, Gianpiero D' Alia, che nei prossimi giorni diramerà una circolare esplicativa. Non ci sarà, pertanto, bisogno di ricorrere ad alcun emendamento al disegno di Legge di stabilità, interpretativo della norma. Il governo regionale predisporrà, sulla base dell' imminente circolare ministeriale, un disegno di legge per creare un «bacino unico regionale» dei precari che consentirebbe di p r o r o g a r e i c o n t r a t t i f i n o a l 2 0 1 6 . Contestualmente, dovrebbe iniziare il percorso di stabilizzazione per un numero di lavoratori che tenga conto dei posti che si renderanno disponibili con la revisione delle piante organiche dei Comuni. Non tutti i precari potranno essere stabilizzati, considerato il loro alto numero (5.700 nella sola provincia di Messina). Per questo motivo, dovrà essere predisposto un piano di fuoriuscita, di accompagnamento alla pensione. Il presidente Crocetta, che era accompagnato dall' assessore alle Autonomie locali e Funzione pubblica, Patrizia Valenti, e dalla segretaria generale della Regione, Patrizia Monterosso, ha affrontato successivamente il problema con il premier Enrico Letta, che ha incontrato insieme con il sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini. «Il presidente del Consiglio mi ha detto ha riferito Crocettache nessun precario sarà licenziato». Per il ministro D' Alia, che non avrebbe avuto nulla da ridire se Letta avesse condiviso la proposta di presentare uno specifico emendamento, «creando la lista o bacino unico regionale, le fasce più basse, circa la metà, potranno essere stabilizzate per chiamate diretta. Per le qualifiche C e D diplomati e laureati, invece, si dovrà procedere ad una selezione concorsuale. Ma difficilmente potrà esserci posto per tutti. Per tre anni i precari saranno pagati dalla Regione, ma poi dovranno essere i comuni a farsene carico». Per Crocetta, «intanto si scongiura il pericolo che questi lavoratori rimangano senza contratto a fine anno. Attendiamo la circolare di D' Alia per predisporre immediatamente l' apposito disegno di legge». In pratica, i precari torneranno nel ventre di chi li ha generati: la Regione, che poi li aveva destinati agli enti locali allentandoli con il pagamento del 90% dello stipendio per 5 anni, con l' impegno che dopo questo periodo i comuni avrebbe dovuto provvedere autonomamente. Ma così non è stato. La creazione del bacino unico regionale consentirà di razionalizzare la destinazione agli enti locali, rispetto alla situazione attuale. Ci sono comuni con più precari che abitanti. «Ovviamente ha rilevato l' assessore Valenti non possiamo trasferirli molto lontani dai comuni di residenza, considerato anche l' esiguo stipendio. Ma una redistribuzione è necessaria. Nel frattempo, sia la Regione che i comuni dovranno certificare la razionalizzazione della spesa per fare fronte a questo impegno economico». I precari costano alla Regione circa 310 milioni l' anno. Il segretario regionale Uil, Claudio Barone, ha annunciato «un' azione durissima di protesta, perché senza il supporto legislativo del governo nazionale, il Commissario dello Stato boccerà il ddl regionale». Per Mariella Maggio, deputato Pd All' Ars, è un passo avanti la proroga fino al 2016, «ma senza ulteriori interventi restiamo preoccupati circa il percorso di stabilizzazione. Se non si allentano alcuni vincoli finanziari dei comuni, la piena soluzione di questa vicenda resta incerta. Insistiamo sulla necessità di intervenire con gli emendamenti che il Pd ha proposto alla finanziaria regionale».


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