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16/11/2013 - ''Regionali in pensione? Un bluff'' I sindacati contestano il piano precari

« U N b l u f f c h e s e r v e s o l o a s c r e d i t a r e i regionali dicendo che avranno privilegi. In verità non avranno nulla, i prepensionamenti in deroga alla legge Fornero non si possono fare». I sindacati contestano il piano al quale stanno lavorando il governo regionale, con l' assessore Patrizia Valenti, e il ministero della Funzione pubblica guidato da Gianpiero D' Alia. Un piano che dovrebbe consentire da un lato la proroga dei contratti dei precari e dall' altro la possibilità di avviare pensionamenti in Regione, Comuneed enti controllati in deroga ai tetti della legge Fornero. L' attuale normativa consente il pensionamento dei pubblici dipendenti al compimento di 66 anni di età sia per gli uomini che per le donne. La deroga consentirebbe invece di andare in pensione anche a 61 anni con almeno 35 anni d i c o n t r i b u t i . S e c o n d o i c a l c o l i d e l l ' assessorato alla Funzione pubblica, sono almeno duemila i regionali che potrebbero andare in pensione. Ma a patto che la Regione dichiari un esubero di personale: in questo modo la Sicilia dimostrerebbe di ridurre le spese per il personale e, quindi, potrebbe stabilizzare alcuni precari, anche se non tutti. E, coti,munque, consentire le proroghe. I sindacati però contestano il piano: «È inaccettabile che i dipendenti vengano sbattuti in prima pagina sui giornali come fruitori di irrealizzabili privilegi per colpa di dichiarazioni demagogiche rilasciate, probabilmente con troppa leggerezza, da parte da vertici politici del settore che ingenerano aspettative nei lavoratori non realizzabili alla luce della normativa vigente», dicono Dario Matranga, Marcello Minio e Michele D' Amico del CobasCodir. «A tutto questo incalzano i sindacalisti si aggiunge il fatto che per i dipendenti regionali i risparmi di spesa sarebbero del tutto virtuali. I regionali, infata differenza di tutti i dipendenti degli enti locali e della sanità siciliana che vengono pagati dall' Inps, anche se andassero in pensione graverebbero sempre sul bilancio regionale. Il risparmio, in questo caso, si realizzerebbe solamente nella misura in cui, a fronte dei prepensionamenti, la Regione decidesse di non assumere altro personale». I sindacati autonomi propongono quindi un percorso alternativo a quello dei prepensionamenti in deroga alla legge Fornero: «Chiediamo al governo la possibilità di verificare un accompagnamento alla pensione finalizzato, insieme con una complessiva riclassificazione di tutto il personale, alla modernizzazione dell' intera macchina amministrativa, attivando, laddove si individuassero vuoti di organici, concorsi pubblici finalizzati a dare una giusta speranza di lavoro, oltre che ai moltissimi precari, anche ai troppi giovani siciliani disoccupati». Intanto si attende da Roma la firma della circolare del ministero della Funzione pubblica che metta nero su bianco il piano concordato con Palazzo d' Orleans. Repubblica Palermo ed. del 16/11/2013


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