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27/11/2013 - IL CASO DEI CONTRATTISTI Il governo precario e il tempo perduto

Gli annunci dei giorni scorsi si sono sciolti come neve al sole. La proroga per i 18 mila precari degli enti locali è tutt'altro che scontata. E le accuse dei sindacati sulla ''lentezza'' del governo, a guardare il calendario non sembrano certo infondate I rappresentanti dei sindacati ieri sera sono usciti da Palazzo d'Orleans furiosi. “Non si può continuare a bluffare”, commentava uno di loro a denti stretti, mentre si predisponeva il durissimo comunicato congiunto che bocciava il governo e indiceva lo sciopero per il 13 dicembre. La telenovela dei precari, i 18 mila per lo più sparpagliati negli enti locali siciliani, molti al lavoro da venti o venticinque anni, è arrivata al suo drammatico climax. Quello in cui gli effetti speciali degli annunci e del “tuttapposto” non reggono più. E la verità emerge in tutta lasua durezza. Paolo Amenta, leader dell'Anci, l'associazione dei Comuni, lo ha detto a Livesicilia con amarezza: “La questione non è così facile come qualcuno a volte fa apparire”. Parole come pietre. Perché la situazione è maledettamente complicata e gli annunci del governo, che a più riprese ha assicurato di aver trovato la quadra con Roma, si stanno sciogliendo come neve al sole. Dei fantomatici prepensionamenti, prospettati solo pochi giorni fa come la panacea, ormai praticamente non si parla più. Il ministero ha richiamato tutti alla realtà: non è quella la strada. D'altronde, i prepensionamenti bloccherebbero la possibilità di assumere nella pubblica amministrazione. E quindi altro che stabilizzazioni... Già, le stabilizzazioni, chimera sempre più sbiadita. Perché è chiaro a tutti, ormai, che la vera sfida, tutt'altro che scontata, sarà quella di assicurare le proroghe. Il 31 dicembre i contratti dei precari scadranno e quasi ventimila persone, per lo più madri e padri di famiglia, vista la lunga anzianità di servizio dei precari spina dorsale di tutti gli uffici comunali siciliani, rischiano di salutare l'anno nuovo nella disperazione. Il governo assicura che farà di tutto per scongiurare questa ipotesi. La stessa Anci ha dato atto alla giunta degli sforzi compiuti. Sforzi fin qui insufficienti, accusano i sindacati: ''La lentezza del governo regionale di fronte alla gravità del problema che prelude a forti tensioni sociali se non si troverà una soluzione al più presto, non è più tollerabile'', scrivono Cgil, Cisl e Uil. Ed è difficile negare che abbiano qualche ragione, guardando al calendario. Perché è davvero incredibile come ci si sia ridotti all'ultimo minuto, a sole cinque settimane dall'ora ics, senza avere ancora trovato una soluzione. Che non è certo facile, a scanso d'ogni demagogia, perché il problema del precariato siciliano è enorme come le sue dimensioni, ma che di certo si sarebbe potuta e dovuta studiare con maggiore puntualità, nel corso di tutto l'anno, come i sindaci e i sindacati (e anche qualche politico pragmatico) richiedono da molti mesi. E invece. Invece si arriva a questa zona Cesarini da brivido. Oggi il presidente della Regione sarà in Tunisia per questioni delicate come l'inaugurazione dell'Esposizione Internazionale dell'Agricoltura che si terrà a Tunisi in questi giorni. Giovedì, al suo rientro, la giunta dovrà esitare questo disegno di legge. Che impone però tagli di spesa significativi, richiesti dal governo nazionale, se si vuole che le proroghe abbiano qualche chance di non essere stroncate dal Commissario dello Stato. I soldi ci sono, il problema è risolto, si aspetta solo la circolare del ministero (ah, a proposito, è arrivata ma non risolve nulla, come del resto era ampiamente prevedibile). Abbiamo sentito questo e altro in questi giorni. Fino al momento in cui si è dovuto giocare a carte scoperte, il momento in cui il bluff non paga più al tavolo. Fino a ieri sera, insomma. La speranza che si riesca a disinnescare la miccia non è perduta. Ma occorrerà un grande sforzo comune (anche del Parlamento), di responsabilità e verità. Uno sforzo epurato dalla scorciatoia di annunci frettolosi. Ieri l'assessore Bianchi ha spiegato a Livesicilia che in bilancio si possono mettere insieme risparmi per 400 milioni. Numeri che consentirebbero di strappare la proroga e chiudere l'emergenza. Nella speranza di potere cominciare, dal prossimo anno, a ragionare, in modo meno estemporaneo e improvvisato, anche di sviluppo. http://livesicilia.it/2013/11/27/il-governo-precario-e-il-tempo-perduto_408598/


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