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27/11/2013 - Spettro disoccupazione per 20.000 precari
PALERMO. I ventimila precari degli enti locali
siciliani, dopo oltre due decenni di lavoro a
tempo determinato, cominciano a vedere lo
s p e t t r o d e l l a d i s o c c u p a z i o n e . D o p o l '
ennesima riunione dell'«unità di crisi», i
segretari della funzione pubblica di Cgil, Cisl e
Uil hanno proclamato per lunedì prossimo una
giornata di mobilitazione davanti a tutte le
nove prefetture dell' Isola. Se nel frattempo
non saranno arrivate notizie confortanti dai
governi regionale e nazionale, si farà una
manifestazione regionale a Palermo. Per i
sindacati, il «tempo è scaduto»: ieri, così come
era stato concordato con il presidente della
Regione, Rosario Crocetta, il governo siciliano
avrebbe dovuto illustrare il disegno di legge
necessario per garantire le proroghe ed
avviare le stabilizzazioni. «Siano ancora alla
fase della stesura del disegno di legge hanno
detto Palazzotto (Cgil), Caracausi (cisl) e
Tango (Uil) .
Un testo non ancora formalizzato
e di cui ci sono stati illustrati i contenuti, ma
senza consegnarcelo. Da quanto appreso, il
ddl sono solo non scioglie i nodi di fondo che
precludono qualunque serio processo di
stabilizzazione, ma non dà ancora alcuna
certezza neanche sulle proroghe». Peraltro, si
attende ancora la circolare esplicativa del ministero della Funzione pubblica.
Preoccupato anche il presidente facente funzione dell' AnciSicilia,
Paolo Amenta, per i problemi che
sorgerebbero in tutti i comuni senza l' ausilio di questi lavoratori, anche se in alcune realtà il numero di
precari è elevatissmo. E non vi sarebbe revisione di pianta organica possibile per immetterli tutti in
ruolo. Per questo motivo, lo strumento che si tenta di perseguire è quello della costituzione del «bacino
unico regionale» in cui dovrebbero confluire i precari. Contestualmente, i comuni dovrebbero avviare la
revisione delle piante organiche e le procedure processuale. Il «bacino unico regionale» dovrebbe
garantire la proroga dei contratti per tre anni, fino al 2016. Ma la Regione potrà farlo solo certificando
una riduzione di spesa pari alla somma necessaria per il pagamento degli stipendi per un anno, ossia
310 milioni di euro.
Operazione avviata dall' assessore all' Economia, Luca Bianchi, ma per potere salvare i precari è
indispensabile approvare il bilancio di previsione e il disegno di legge di stabilità entro il 31 dicembre
quando, contestualmente, scadranno i contratti dei precari degli enti locali. Potrebbe essere un motivo
in più per evitare il ricorso all' esercizio provvisorio.
Il tempo che rimane è pochissimo, ma molto stretto è anche il percorso finanziario su cui si dovrà
procedere. I fondi regionali sono risicati, l' extragettito ottenuto con il rientro dal deficit sanitario è stato
impegnato per pagare un miliardo di crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica
amministrazione. Inoltre, bisognerà incrementare il «fondo rischi», prevedere la quota di cofinanziamento
dei nuovi fondi europei che saranno disponibili da giugno in poi.
Da parte del governo nazionale non è arrivato alcun sostegno, contrariamente a quanto aveva fatto
sperare la prima stesura del decreto legge di D' Alia sulla pubblica amministrazione, stoppato dal
Ragioniere generale dello Stato.
«La lentezza del governo regionale hanno
aggiunto Palazzotto, Caracausi e Tango di
fronte alla
gravità del problema prelude a forti tensioni sociali, se non si troverà una soluzione al più presto, non è
più tollerabile». Rimane accesa la fiammella di qualche norma inserita nel maxiemendamento al
disegno di legge di stabilità del governo Letta.
La Sicilia edizione del 27/11/2013
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