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29/11/2013 - La Sicilia : I calabresi precari di serie A e quelli siciliani di serie B?

PALERMO. I suoi più stretti collaboratori lo hanno svegliato, mentre ancora dormiva, a Tunisi, dove il presidente della Regione, Rosario Crocetta, si era recato in visita istituzionale. E non deve essere stato un bel risveglio dovere apprendere che il governo n a z i o n a l e a v e v a i n s e r i t o n e l maxiemendamento al disegno di legge di stabilità, sul quale ha posto la questione di f i d u c i a , a l c u n i c o m m i c h e a v r e b b e r o consentito la stabilizzazione dei precari della Calabria, mentre nessuna norma era stata prevista per i circa 20mila precari degli enti locali della Sicilia. Uno smacco inaccettabile. Perciò, ha preso carta e penna e ha scritto un' amara lettera al presidente del Consiglio. «Caro Enrico si legge nella missiva vergata da Crocetta i provvedimenti di legge o sono u g u a l i p e r t u t t i o s o n o i n i q u i . C o s ì s i è verificato ieri sui precari al Senato, quando è stato approvato un emendamento sui precari calabresi che io apprezzo perché risolve il dramma di migliaia di famiglie povere del Sud... Cosa racconterò, Enrico, ai precari siciliani che aspettano da 2530 anni di risolvere il loro sogno: che c' è un governo che ai loro colleghi calabresi dà di più? Che rende immediatamente possibile la stabilizzazione senza costi per la Regione Calabria, mentre in Sicilia dovremo fare gli acrobati attraverso una legge regionale che stiamo elaborando, ispirata ad una circolare del ministero della Funzione pubblica, che potrà fare assumere i precari siciliani in numero ridotto rispetto ai calabresi e lo farà a spese della Regione? Questo dopo avere effettuato tagli per 350 milioni e dopo un miliardo e mezzo di risparmio già fatto nel 2013? ». Una disparità di trattamento che ha indotto Crocetta, appena tornato a Palermo, a dichiarare di essere pronto a scendere in piazza con precari e sindacati. Sono state ore di grande tensione provocate dalla pubblicazione sul sito del Senato del maxiemendamento del governo che dedicava ben 7 commi, dal 132 al 138, alla soluzione del precariato della Calabria. Ma sarebbe la prima bozza e non quella sulla quale era stata posta la questione di fiducia. Una spiegazione che ha lasciato intatto il malumore, fino a quando non è arrivato il comunicato stampa ufficiale di Palazzo Chigi: «Nel testo approvato al Senato vi si legge è contenuta una norma, al comma 132, dell' articolo unico, che stanzia per un solo anno, e non dunque a regime, 110 milioni di euro finalizzandoli a interventi a favore... ». E giù l' elenco. Nei 110 milioni, circa 40 milioni, sarebbe utilizzati «per far fronte all' eccezionale necessità di risorse finanziarie da destinare a Lsu a Lpu della Regione Calabria... I percorsi di inserimento stabile dei lavoratori rimangono sotto l' aspetto ordinamentale e finanziario, quelli previsti dalla normativa vigente e in particolare dal decreto legge 101/2013, adottato dal governo per far fronte al tema del precariato nelle pubbliche amministrazioni». La nota di Palazzo Chigi, però, convince poco Crocetta: «E' singolare che ancora fino a tarda sera il sito del Senato continui a pubblicare il maxiemendamento che non sarebbe quello approvato». Il ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D' Alia, competente sulla questione, sulla vicenda non ha ritenuto di aggiungere altro alla nota di Palazzo Chigi: «La normativa è chiara, la prossima settimana la Corte dei conti ci restituirà la circolare esplicativa. Se deputati e certi sindacalisti si preoccupassero di scrivere un disegno di legge in grado di risolvere definitivamente il problema, sarebbe un bel risultato. Però, mi viene più di un sospetto che vi sia un ceto politico e sindacalista che lavora per lasciare questa gente nella precarietà, per scippare il loro voto. Un atteggiamento criminale. Ci sono state ben due leggi, una di Prodi e una di Berlusconi, che consentivano la stabilizzazione: perché non sono state utilizzate? ». La Sicilia edizione del 29/11/2013


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