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24/12/2013 - Sicilia: deputati M5S, no a proroghe per i precari
Il M5S in Sicilia dice no alle proroghe per i contratti dei precari. ''No al sacrificio di grosse fette di bilancio. Si pensi pure agli altri disoccupati, alla cultura, agli investimenti'', dicono i deputati all'Ars. ''L'ulteriore impiego di risorse del bilancio regionale per garantire le proroghe non è una strada percorribile. Così come sono immorali i tagli previsti alla cultura, ai servizi e agli investimenti. La Regione siciliana, al netto delle spese sanitarie, spende già un terzo del proprio bilancio in stipendi (dati della Corte dei conti 2012)'',spiegano. I deputati del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all'Ars bocciano quindi senza mezzi termini la ''politica della Regione finora messa in campo per il precariato''. ''In una situazione come questa - dicono i deputati - bisogna necessariamente cambiare rotta e decidere di investire nell'autoimpiego, trasferire personale dal settore pubblico a quello privato, agevolando le assunzioni di precari e snellendo quest'esercito di più di 20.000 persone non più sostenibile, che ingolfa la macchina amministrativa''. Nessuno, secondo i parlamentari 5 Stelle, ''deve essere lasciato indietro, prevedendo il reimpiego in settori produttivi, la riqualificazione e la formazione del personale. Ma non devono essere lasciati indietro neanche coloro che il lavoro l'hanno perso, i giovani costretti ad emigrare e gli inoccupati.
''La vecchia politica -proseguono i deputati- ha messo gli uni contro gli altri, ha creato uno scontro generazionale nel quale sguazza indisturbata e ha foraggiato l'astensionismo. Oggi si tagliano 300 milioni che sarebbero potuti servire per dare risposte a tutti i siciliani, non solo a chi è legato al deputato di turno. Si tagliano i fondi alla cultura e ai servizi e non si prevede uno strumento di contrasto alla povertà vero, equo e unico, come il reddito minimo garantito. Non c'è programmazione, ci si riduce sempre ad un regime di 'emergenza programmata', con politici e sindacati che si fanno scudo dei lavoratori. Che importa se, in nome della disperazione di alcuni, a pagare sono poi tutti gli altri?''. ''Pur vicini umanamente alle vicende di coloro che si sono trovati coinvolti in queste dinamiche, create ad arte dalla politica - concludono i deputati - non possiamo che essere in disaccordo con le proposte di chi il problema l'ha costruito, e a cui forse lo stesso problema torna utile per propri fini elettorali''.
adnkronos
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