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04/01/2014 - Libero : Forestali, Lsu, falsi precari: il Sud assume
La palla è stata alzata anche in questo caso dal governo di
Enrico Letta, con il Milleproroghe di fine anno. Un piccolo articolo
che consente a tutte le Regioni dal prossimo primo luglio quella
che viene chiamata «la stabilizzazione (...) (...) dei lavoratori
socialmente utili», che sono i precari più classici ed abusati della
pubblica amministrazione. Il governo alza la palla per una bella
infornata di assunzioni pubbliche, e naturalmente le Regioni non
si fanno pregare, e la palla la schiacciano dimenticando tutti i
buoni propositi di bilancio e perfino i blocchi di assunzione varati
con leggi locali che perennemente poi vengono aggirati.
Quello dei lavoratori socialmente utili peraltro è uno degli
scandali più antichi della finanza pubblica italiana, con cui anno
dopo si aprono voragini e si gonfiano a dismisura gli organici
della pubblica amministrazione. Fu un invenzione del 1984,
pensata ovviamente per risolvere emergenze che si sono create
con lavoratori in esubero dell' industria privata. Passarono da lì
fra mille polemiche anche i lavoratori dell' Olivetti che Carlo De
Benedetti pensò bene di scaricare sui conti dello Stato. Da lustri
ormai ogni legge finanziaria infila un piccolo comma per
garantire gli stanziamenti ai lavoratori socialmente utili di Napoli
e Palermo, che sono ormai due vere istituzioni del pubblico
impiego italiano. Che cosa facciano nessuno lo sa (in genere
sono ben orchestrati dalla criminalità organizzata).
Spesso non fanno proprio nulla, ma evitano un problema sociale.
Negli ultimi anni hanno ricevuto in media 100 milioni da ogni
finanziaria. La legge di stabilità per il 2014 in extremis ne ha
previsti 126: 100 milioni per Napoli e Palermo, 1 milione per i
comuni con meno di 50 mila abitanti e 25 milioni per una new
entry: la Calabria di Giuseppe Scopelliti, che siccome ha un
esercito di forestali che fa invidia al Canada, ne deve stabilizzare
qualcun altro per non restare un passo indietro nel rigonfiamento
degli organici pubblici.
Il trucco è semplicissimo: con i soldi dello Stato si finanziano i
lavori socialmente utili, che a Napoli e Palermo sono una
sinecura ormai trasmessa di padre in figlio. Una volta pagati
questi precari, è matematico che passati un po' di mesi
percependo stipendi senza fare nulla o quasi, si ritrovino in
massa a protestare sotto il palazzo della Regione. Che vogliono?
Un posto fisso, perché quello inutile da precario è faticoso.
Scatta l' allarme sociale, e la Regione tira fuori la parolina magica: \u201cstabilizzazione\u201d, che
vuole dire assunzione a tempo indeterminato a spese dell' ente locale del precario nullafacente pagato
dallo Stato come una tassa annuale. Ora non ci sarà nemmeno bisogno di inscenare le proteste annuali
ben note a Napoli e Palermo: il governo Letta ha spalancato le porte con quel comma del mille
proroghe, e la stabilizzazione sarà bella e ottenuta senza fatica dal prossimo mese di luglio.
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016
Inutile dire che i lavori socialmente utili pullulano a Sud, dove spesso sono il mezzo più efficace per
mettere a carico dello Stato la manovalanza della criminalità organizzata.
Quelli però non sono gli unici precari coltivati da Roma in giù fra le pieghe dei bilanci pubblici. E il vento
della stabilizzazione soffia forte anche per loro. Come sempre a dare il cattivo esempio è stata la Sicilia,
nonostante i proclami di buon governo di Rosario Crocetta. La legge di stabilizzazione finanziaria per il
2014 della Regione autonoma è farcita come un bignè di piccoli trucchi sulla stabilizzazione dei precari,
che può avvenire sia in modo diretto che indiretto. A stabilire l' infornata è l' articolo 32 della legge:
\u201cProroghe e stabilizzazioni del personale a tempo determinato in servizio presso la
Regione\u201d. Proposito condito di buoni sentimenti: «Al fine di valorizzare le professionalità acquisite
dal personale con contratto di lavoro a tempo determinato e al contempo ridurre il numero dei contratti a
termine», sino al 31 dicembre 2016 è autorizzata una maxiinfornata
di dipendenti pubblici precari di
livello non dirigenziale. Costo nel triennio per i contr
ibuenti: 85,8 milioni di euro. Per i precari che non si possono ancora assumere quelli
in carico agli enti
parco regionali ecco
arrivare un' altra milionata che serve a prorogare i loro contratti fino al 2016. Altra
norma, altra stabilizzazione: quella dei precari un tempo in carico alle società regionali Italter e Sirap (si
tratta di 61 lavoratori), e per loro si stanziano nel triennio 13,5 milioni di euro. Poi ci sono altri fondi
indiretti non per assumere in Regione, ma per fare assumere obbligatoriamente da tutte le aziende che
vogliono partecipare ai bandi regionali i precari delle aziende ospedaliere e del bacino PipEmergenza
Palermo. Lo stanziamento in questo caso è di 64 milioni di euro nel triennio, ma almeno alla fine la
truppa non andrà ad ingrossare gli organici pubblici. L' infornata di precari prevista da Crocetta è così
clamorosa di questi tempi che perfino alcuni sindacati (tutte le sigle autonome), si sono dissociati, e a
difendere l' operazione è restata solo la Cgil. Per gli autonomi è infatti scandaloso che si assumano altri
«750 dipendenti regionali in via amministrativa, a fronte del fatto che la Regione Sicilia già conta circa
1.800 di
rigenti e 16 mila dipendenti». Che lo preveda o meno la nuova finanziaria, l' assunzione in Regione è
tornata
di moda in quasi tutto il Sud. Si assumono altri forestali in Calabria con la complicità del governo
nazionale, si assumono precari in Campania, sono ripartiti i concorsi anche in Puglia, dove dopo il varo
delle procedure per l' assunzione di 200 impiegati amministrativi, si sta svolgendo un concorso per
ulteriori 80 posti da contabile e tecnico ambientale. Forse la sola eccezione è il Molise, dove la nuova
giunta ha varato alla vigilia di Natale una legge per cancellare posti di lavoro pubblici dalle piante
organiche, in modo da non rischiare di cadere più in tentazione. Sono stati eliminati sia i posti oggi
vacanti sia quelli che vengono definiti in soprannumero e dovrebbero essere lasciati liberi dagli
occupanti nei prossimi tre anni. Una piccola Regione e un piccolo caso, che su quei bilanci incide a
regime con un risparmio di 8 milioni di euro l' anno. Ma l' unico esempio esistente da Roma in giù. Non
sarebbe male facesse scuola
Franco Bechis
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