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26/03/2014 - La Regione espelle altri 42 falsi precari
C' è infatti un nucleo di circa 300 Asu che non
ha più trovato occupazione ma, essendo
rimasto nel bacino garantito, riceve dal 2006
regolarmente i 570 euro pur restando a casa.
Alla Regione costano 2 milioni all' anno.
...Fino a qualche giorno fa per la Regione era
un precario ai limiti della soglia di povertà da
aiutare con un assegno sociale da 570 euro
netti al mese. Nessuno aveva mai verificato,
nè per lui nè per i circa 5.500 colleghi Asu, la
reale situazione economica e ora che è stato
fatto è emerso che ha un reddito da oltre 500
mila euro annui frutto di proprietà e introiti
extra lavorativi. E così, ha annunciato Rosario
Crocetta, anche questo precario perderà il
sussidio che gli è stato garantito dalla fine
degli anni Novanta. E che viene percepito
regolarmente anche da altri 300 colleghi che
però non trovano occupazione e sono quindi
pagati per stare a casa.
È l' ultimo caso esploso nella galassia dei
precari. Che segue l' espulsione dal bacino dei
Pip di una ottantina di persone scoperte con
redditi damanager della pubblica
amministrazione e destinatari di sussidi. Nei
Pip il top è stato raggiunto (fino a ora) da un
precario che ha un patrimonio da oltre un
milione. Negli Asu il record (fino a ora) è andato a un precario che si ferma alla metà. «Ma ci sono
anche spiega l' assessore al Lavoro, Ester Bonafede altri 41 Asu che hanno un reddito superiore ai
20 mila euro. Anche questi perderanno tutti i sussidi.
E siamo solo ai primi controlli». Dei 42 Asu espulsi ieri, 21 sono di Trapani, 13 di Palermo, 7 di Messina
e uno di Catania.
Gli Asu sono una categoria nata (come i Pip) alla fine degli anni Novanta: ne fanno parte 5.531 precari.
Ognuno di loro guadagna 570 euro netti al mese per lavorare in scuole, parrocchie, e vari enti pubblici.
Si tratta, in pratica, di una categoria gemella degli Lsu ma meno salvaguardata perchè mentre i
lavoratori socialmente utili hanno un contratto, gli Asu vengono retribuiti per il solo fatto di essere iscritti
nell' omonimo bacino di precariato. Che alla Regione costa 36 milioni all' anno.
I controlli sugliAsu erano stati criticati da vari deputati del Pd, che all' Ars avevano presola parola
martedì scorso quando si era saputo che la Regione stava chiedendo le dichiarazioni dei redditi.
Crocetta è partito da qui per attaccare ancora a testa bassa: «Abbiamo scoperto un altro dei tanti
scandali e degli sprechi che una parte di sistema politico vorrebbe continuare a tenere in piedi. Una
vera e propria ingiustizia sociale, che premia i ricchi sottraendo ai poveri risorse che devono essere
destinate alla solidarietà». La Bonafede precisa che «i controlli verso questo bacino di precari sono
ancora più necessari perchè la recente Finanziaria ha previsto anche per loro la stabilizzazione. Ma non
possiamo consentire che chi ha un reddito elevato usufruisca di vantaggi che tolgono risorse per chi ha
davvero bisogno».
L' operazione è molto contestata anche perchè sugli Asu si innescano varie regole a seconda dell' ente
che li utilizza. «Il Comune di Palermo precisa Ciccio Taormina del sindacato Cubassegna a tutti gli
Asu che utilizza una integrazione all' assegno sociale pari a 220 euro al mese. Con queste somme,
previste per legge, è ovvia che viene superato il limite di reddito di 8 mila euro annui oltre il quale la
Regione sta procedendo alle espulsioni. Ma perchè le amministrazioni non comunicano fra loro?».
Nei giorni scorsi proprio su questi temi c' è stato un vertice in assessorato, presenti i sindacati. Ed è
stato anche riproposto uno dei temi che da sempre mettono gli Asu al centro della polemica. C' è infatti
un nucleo di circa 300 Asu che non ha più trovato occupazione ma, essendo rimasto nel bacino
garantito, riceve dal 2006 regolarmente i 570 euro pur restando a casa. Alla Regione costano 2 milioni
all' anno.
«In questo caso spiega ancora Taormina il problema è che la Regione non ha più trovato un posto a
questi lavoratori malgrado una legge del 2004 ne prevedesse l' impiego.
Prima, appartenendo a delle cooperative, venivano impiegati in parrocchie ed enti pubblici tramite
convenzione. Ma quando queste convenzioni non sono state rinnovate per circa 300 persone non c' è
stato più lavoro.
Visto che la Regione le paga, perchè non prevedere un loro impiego?».
Nei giorni scorsi la Regione ha chiesto a tutti gli Asu di fornire le dichiarazioni dei redditi e i certificati
Isee (che indicano proprietà e introiti familiari): dei 5.531 precari solo 506 hanno già consegnato i
documenti. Ed è emerso che 235 sono effettivamente sotto la soglia degli 8 mila euro. Altri 171 hanno
invece un reddito compreso fra 8 mila e 15 mila euro. In 58 oscillano fra 15 mila e 20 mila euro mentre,
come detto, 42 risultano incassare più di 20 mila euro all' anno. «Si tratta solo dei primi controlli
conclude l' assessore Bonafede e i dati ci danno la sensazione che incontreremo parecchi altri casi di
precari con redditi incompatibili con sussidi e assegni sociali finanziati dalla Regione».
Giacinto Pipitone
Giornale di Sicilia 26/03/2014
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