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17/03/2009 - Dl incentivi, no a 256 emendamenti Bocciato anche il pacchetto precari

ROMA - ''Inammissibili per materia'': per questa ragione 256 degli oltre 400 emendamenti proposti dal governo perché venissero inseriti nel decreto salva-auto sono state bocciate. Tra i provvedimenti respinti, e che ora devono trovare collocazione adeguata in un altro testo di legge, l'intero ''pacchetto precari'' che l'esecutivo aveva esaminato all'ultimo Consiglio dei Ministri. I presidenti delle Commissioni Attività produttive e Finanze della Camera hanno ritenuto infatti che questa, come altre normative, siano totalmente estranee per materia al contenuto del decreto che contiene gli incentivi per il settore automobilistico e per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici. Tuttavia questi provvedimenti in particolare, ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini, rispondendo a una domanda dei giornalisti, ''se c'è largo consenso tra i gruppi sulla necessità di discutere'', potrebbero trovare posto nel dl incentivi. ''Dipende dall'orientamento dei gruppi - ha spiegato Fini - si tratta di emendamenti che ratio materiale sono inammissibili ma se c'è un largo consenso tra i gruppi ne prendo atto. So che ne stanno discutendo in queste ore, si tratta di materie di forte impatto sociale. Un conto è l'interpretazione letterale del regolamento parlamentare, un conto è l'interpretazione politica. Se c'è convergenza sulla necessità di discutere, che non vuol dire convergenza sul merito, ne prendo atto''. Tra gli emendamenti bocciati, anche l'intervento sul trattamento pensionistico per i lavoratori esposti all'amianto, lo stanziamento di risorse per la distruzione delle armi chimiche, la modifica alle norme relative al servizio di noleggio con conducente, che nel recente passato ha visto la categoria protestare in piazza a Roma. La scure dell'inammissibilità si è abbattuta su molti emendamenti della Lega, a partire dalla proposta di porre un tetto agli stipendi dei manager (di 350 mila euro) e dei soggetti aventi un rapporto con lo Stato (che non avrebbe potuto superare il trattamento corrisposto ai parlamentari). No anche alla proposta del Carroccio che conteneva l'esenzione dagli oneri contributivi e previdenziali per chi avesse assunto a tempo indeterminato un lavoratore comunitario. Inammissibile poi un nutrito pacchetto di proposte a sostegno della famiglia: no alla proposta di un contributo mensile di 150 euro per l'anno 2009 per ogni figlio di età inferiore ai 3 anni e no alla carta famiglia da usare anche per pagare la baby sitter. No anche ai molti emendamenti proposti dal Pd, dalla riduzione del 20% del primo acconto Irpef, Ires e Irap, all'incremento del 'forfettone' per i contribuenti minimi. Il Pd chiedeva poi, al posto del consolidato e del concordato di distretto, la parziale detassazione degli investimenti produttivi per le imprese. E ancora, la sospensione del tetto alla deducibilità degli interessi passivi. No, inoltre, al ''contributo di solidarietà straordinario sull'Irpef'' sui contribuenti con un reddito superiore ai 120.000 euro per alimentare un ''fondo per la povertà estrema'' destinato a realizzare servizi per i cittadini più povera e per i senza fissa dimora, proposto dal segretario del Pd Dario Franceschini. (17 marzo 2009)


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