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02/04/2009 - Inchiesta del 'New York Times' sui precari europei: gli italiani stanno peggio degli altri
Si chiama Alessandra Santoro, ha 31 anni ed aveva un lavoro a tempo determinato. Ora non lo ha più, e per questo il 'New York Times' l'ha scelta come simbolo di un'inchiesta dedicata all'ondata di disoccupazione in Europa.
Il quotidiano sottolinea come in Europa non ci sono regole omogene, ed alcuni lavoratori sono piu' tutelati di altri. E qui parte la storia di un'altra donna, la spagnola Arancha Calvo. Ha 41 anni, aveva un ottimo posto a L'Oreal (60mila euro l'anno) e lo ha perso.
Al momento vive grazie al sussidio di disoccupazione di mille euro al mese, i risparmi, il sostegno della famiglia e, particolare non trascurabile, una liquidazione da 150mila euro più la rendita di due apartamenti affitatti comprati ai tempi delle vacche grasse. Non naviga in acque tranquille, ma intanto ce la fa.
In Germania la contrazione dei posti di lavoro ha ''messo in moto il modello di sussidi flessibili'' ai disoccupati. Ma è da notare soprattutto che, nelle aziende in crisi, i salari sono ancora corrisposti in pieno a chi è in cassa integrazione. ''Anni fa, quando nelle stesse industria gli ordinativi andavano benissimo, gli operai lavoravano senza aumenti di stipendio'', racconta il 'New York Times'. ''Oggi quei soldi sono usati - grazie all'aiuto del governo - per corrispondere le competenze. E questo impedisce che si diffonda una pericolosa sensazione di panico''.
In Francia ''l'assistenza ai disoccupati è calcolata in base ai contributi versati, agli anni lavorati ed al tipo di contratto''. Questo fa sì che ''i lavoratori a tempo pieno possano avere per un periodo massimo di 18 mesi, un po' più lungo se si è al di sopra dei 50 anni, fino al 75 per cento dell'ultimo salario percepito''.
In Italia, mette in rilievo il giornale, esiste una categoria esclusa da tutti queste garanzie, come nel caso di Alessandra Santoro. ''La crisi ha accentuato le discrepanze all'interno del sistema assistenziale italiano, che e' strutturato per garantire solo alcune categorie di lavoratori''. Quelli che hanno avuto la fortuna di avere un contratto a tempo indeterminato. Gli altri ora sono in autentica difficoltà.
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