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27/05/2009 - Cammarata lancia l'allarme lavoro: ''Sempre a fianco dei precari. E non mi dimetto''

Il sindaco di Palermo Diego Cammarata ha chiesto al prefetto Giancarlo Trevisone un incontro per manifestare le sue preoccupazioni ''per i problemi di ordine economico-sociale che possono derivare dalla impossibilità, in mancanza di nuove risorse, del mantenimento dei livelli occupazionali nel sistema delle aziende partecipate del Comune''. Il sindaco ha anche discusso con il Prefetto su eventuali iniziative da assumere ''per le conseguenze sull'igiene ambientale a causa del perdurare, o dell'eventuale aggravarsi, dello stato di agitazione convocato dai sindacati dell'Amia''. ''Non intendo consentire - dice Cammarata - che la città si trovi soffocata dalla spazzatura soprattutto con questo caldo improvviso. Credo che ognuno di noi debba seriamente riflettere sulle parole del Cardinale Bagnasco: i lavoratori non sono zavorra''. ''Io condivido pienamente il suo pensiero - prosegue - Quanti oggi lo fanno a parole e quanti si stanno impegnando per mantenere i livelli occupazionali? Quelli che li hanno inseriti nel bacino dei precari oggi li stanno abbandonando. Io ho sentito il dovere morale di stabilizzarli e continuerò a difendere il loro posto di lavoro finché potrò. Nessuno si illuda. Io non ho alcuna intenzione di dimettermi. Farò il mio dovere fino in fondo''. Cammarata aggiunge: ''Ho solo più volte spiegato che la decisione del Consiglio comunale non potrà non avere conseguenze politiche: mi riferivo naturalmente al patto sociale più volte richiamato. Continuerò a ripetere fino alla nausea che chi vuole rompere il patto sociale bruscamente deve dirlo e assumersene la responsabilità. Io credo che ogni cosa abbia il suo percorso e i suoi tempi''. ''Abbiamo chiuso la stagione del precariato, abbiamo stabilizzato quelli che erano nel bacino, adesso - continua il sindaco - con gli strumenti normativi che abbiamo già chiesto di valutare al ministro Brunetta e al ministro Sacconi, bisogna accompagnarne l'esodo. Ripeto, non si tratta di salvare l'Amia, per la quale con le risorse disponibili in bilancio potremo aumentare il contratto di servizio di quanto basta per pagare le perdite pregresse e parzialmente garantire anche una ulteriore ricapitalizzazione; si tratta di mantenere nel sistema di Amia e di Gesip i livelli occupazionali e avviare la ristrutturazione del sistema lavoro con i tempi che questo richiede''.


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