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07/05/2010 - Cimino: spazio ai precari di Arpa e Ciapi
PALERMO. «La prossima legge da portare all’Ars è quella che permetterà di recuperare i precari dei consorzi di bonifica dell’Arpa e del Ciapi, rimasti esclusi dalla Finanziaria. Ma la norma più importante da mettere in agenda è quella per la semplificazione amministrativa, se non verrà approvata il Pdl Sicilia uscirà dalla giunta Lombardo»: Michele Cimino, assessore all’Economia, detta l’agenda politica all’indomani del varo della manovra. E spiega come verranno utilizzati i primi fondi Fas.
Parliamo dei Fas. Quali progetti sono pronti a partire?
«Intanto va detto che non sono materialmente arrivati. La Regione sta anticipando questi soldi con proprie risorse. Entro maggio faremo partire i cosiddetti contratti di sviluppo. Sono pronti circa 390 milioni da qui al 2013. Si tratta di finanziamenti destinati a privati per avviare in zone della Sicilia ancora da individuare aree tematiche di sviluppo. Una delibera di giunta individuerà i settori ma posso anticipare che ci saranno il turismo, la cantieristica, la grande industria. La Regione coprirà dal 10 al 30% di ogni iniziativa attivando così investimenti privati per circa un miliardo».
Nella Finanziaria appena approvata gran parte della spesa è coperta con i fondi Fas. Cosa serve per far partire questi investimenti?
«La norma più importante è quella che assegna ai Comuni di tutta la Sicilia 70 milioni per 223 opere. Ora i Comuni dovranno inviare i progetti e poi daremo loro i soldi. Dipende dai sindaci. Ma ci sono anche 105 milioni destinati alle Province per le strade e 100 milioni per attivare nuove zone franche urbane».
Secondo lei perché malgrado queste norme la Confindustria, le associazioni di categoria e i sindacati hanno dato un giudizio negativo sulla manovra?
«Io mi chiedo se chi ci critica ha letto la Finanziaria. Ci dicano cosa manca e come lo si dovrebbe aggiungere. Altrimenti si spara nel mucchio. È solo aria fritta. Anche sulla burocrazia vale lo stesso. Facciano i nomi di chi ha bloccato qualcosa».
A proposito di burocrazia. Lei voleva inserire in Finanziaria la riforma dei procedimenti. Perché ha rinunciato?
«Si è deciso di approvarla in un provvedimento autonomo. Stiamo portando avanti il testo messo a punto da Gianfranco Miccichè quando era presidente dell’Ars. Su questo testo ci mettiamo in gioco. Se non verrà approvato, usciremo dalla giunta».
Parliamo di occupazione. Questa è la Finanziaria che passerà alla storia per il maggior numero di norme sui precari. Come le attuerete e in che tempi?
«L’articolo che prevede la pianta organica ci permette di avviare le procedure per stabilizzare personale che è alla Regione da 20 anni con contratti rinnovati continuamente. Questi non si possono definire precari, perché ci sono sempre stati nell’organico. Ora studieremo gli spazi disponibili ed entro fine anno ci sarà un piano. Alcune cose si possono fare per provvedimento amministrativo, altre si devono fare con legge».
Però avete provato anche a rinnovare contratti con precari che erano già fuori dal giro.
«C’erano norme che riguardavano i consorzi di bonifica, alcuni precari della protezione civile, i tecnici dell’Arpa e gli ex corsisti del Ciapi. Sono state tolte perché si è detto di discuterne in un altro testo che diventerà un collegato alla Finanziaria. Ora c’è questo disegno di legge che sta camminando in commissione Lavoro, che riguarda anche i precari dei Comuni e che secondo me deve essere la prima norma in agenda alla ripresa dell’attività dell’Ars».
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