26/01/2010
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La ricotta di capra rilancia il messinese
Con i suoi 4000 capi, Fiumedinisi (Me) è una delle zone che vanta la maggiore concentrazione di caprini di tutta la provincia. Un dato che si traduce necessariamente in una produzione storica: la ricotta di capra.
Diffusa in tutta la Sicilia nella classica variante ottenuta da latte di pecora o di vacca, nel piccolo borgo della riviera ionica la ricotta viene ancora preparata impiegando esclusivamente, o in prevalenza, il latte degli allevamenti caprini e utilizzando, al posto del solito caglio animale, un caglio vegetale ottenuto dal lattice dei rami del fico.
Una tecnica tradizionale e antichissima che conferisce alla ricotta un gusto più delicato e una maggiore cremosità. Da qualche anno, alla tipicità si accompagna anche la garanzia di sicurezza, rispetto delle condizioni igienico-sanitarie e l’innovazione tecnologica. Il merito è di un minicaseificio pilota, avviato dall’Unità operativa 39 di Giampilieri Marina: il primo in assoluto nel territorio comunale di Fiumedinisi.
Nato per intensificare e migliorare il processo di modernizzazione dei sistemi di caseificazione, nonché per valorizzare i prodotti locali e incrementarne i quantitativi al riparo da infezioni di qualsiasi tipo, il piccolo laboratorio del Messinese è stato affidato a Giovanni Di Bella, che lo conduce con la partecipazione di tutta la famiglia.
L’azienda è passata così da un sistema di produzione quasi arcaico a uno che, senza pregiudicare la maestria dei casari, si avvale di macchinari tecnologici ed elevati controlli igienico-sanitari. Gli ottimi risultati raggiunti dal minicaseificio, grazie al supporto iniziale dell’Uo 39, hanno portato alla nascita di altri tre laboratori da parte di pastori locali, creando uno spirito di emulazione molto utile allo sviluppo zootecnico e alla commercializzazione dei prodotti caseari della zona. Fonte Terrà
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